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martedì 9 settembre 2008

Genovapride. Gli organizzatori assicurano che non ci sarà la calata di tette e culi...

Serreli (Arcigay Liguria): "Non c´è da parte nostra alcun intento provocatorio".

(La repubblica, edizione di Genova) «Non sarà l´invasione dei barbari, non c´è alcuna minaccia. Semmai, siamo noi a subire minacce, sempre più forti: identificare il Gay Pride solo con alcune immagini della sfilata è come rappresentare tutte le tifoserie con gli ultras di Napoli o tutti i politici come corrotti o collegati alla mafia... Sarà una manifestazione colorata per Genova, che di colore ne ha bisogno perché così grigetta... «. E´ ironica Mirella Izzo, anima tenace di "Azione trans", una delle associazioni che organizzano il Gay Pride. «Spero che dia una scossa alla città. Sono timoroso, ma molto contento, la comunità gay genovese la chiedeva da tempo e lavoravamo per a questo obiettivo. E nessuno ha avuto da eccepire, vista la storia di Genova e la sua tradizione civile» precisa Francesco Serreli, presidente di Arcigay in Liguria. Dove conta seimila iscritti (2500 a Genova) e dove l´occasione delle giornate dell´orgoglio omosessuale, perché non solo di una sfilata si tratta, ma di una settimana o quasi di dibattiti, incontri, spettacoli, è attesa con molta trepidazione dal popolo gay. Che, a detta di Serreli, non vive una situazione facile nel capoluogo ligure. «No, non è facile, i genovesi sono molto chiusi, sentono molto la privacy - spiega - Negli anni sono nate tante associazioni, ma poi chiudono perché non è facile uscire allo scoperto, darsi da fare. E i gay sono molti, più o meno, nella percentuale del 10% della popolazione come si stima la media italiana, ma ci sono tante paure, molti di noi non sono dichiarati. E c´è anche poco interesse ad un impegno sociale e politico».

A Bologna, lo scorso 28 giugno, erano in 50 mila. E nei prossimi giorni Serreli, insieme agli altri promotori, incontrerà questore e prefetto per avviare le autorizzazioni; e poi, dopo aver valutato con i vertici nazionali delle associazioni i costi e le questioni logistiche, partiranno le richieste di patrocinio e anche di finanziamento agli enti locali; in particolare agli assessorati alla cultura e alle pari opportunità dei tre enti. Ma perché si è scelto proprio il giorno del Corpus Domini? C´è chi ipotizza una provocazione verso il presidente della Cei Bagnasco... «Ma per favore! Quella della data è una casualità, e se mai è un giorno celebrato ovunque dal movimento omosessuale» ribatte Mirella Izzo. «Vorrà dire che ci saranno due processioni e ognuno farà la sua - obietta Serreli - Insomma, se il Pride si è fatto a Roma con il Papa, dovevamo farci altri scrupoli qui?». Restano le polemiche, peraltro messe in conto dai promotori, sugli eccessi di un corteo spesso dissacrante. «Non credo che ci saranno spettacoli indecenti, ma ricordiamoci che spesso i fotografi cercano proprio quelli - avverte Mirella Izzo - Il 90% arriva in jeans e maglietta, altri si esprimono come vogliono. Ci dicono che non è questo che serve, che non si risolvono così le cose? E´ vero, ma per 364 giorni cerchiamo di farlo, e non ci riusciamo. Il corteo è una festa. E per tutta la città».

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