Genova pride. Il Pd frena, Bagnasco: "Liberi di sfilare".
La manifestazione fissata per il giorno del Corpus Domini. Il sindaco "Sì al pride ma non nel giorno previsto". L'Arcigay: non vogliamo dare fastidio alla processione, ci sono spazi sufficienti per orari e percorsi diversi.
(La Repubblica) L'annuncio che il Gay Pride nazionale 2009 si terrà a Genova il prossimo 13 giugno spariglia le carte nella città ligure. A sorpresa, contro la manifestazione insorge il Partito Democratico che offre la sponda ad An in un'alleanza trasversale con l'Udc, mentre la curia genovese si divide perché, a complicare la vicenda, c'è la questione della data scelta per la Gay Parade, la sfilata su carri allegorici del mondo gay, trans e transgender: il 13 giugno. Stesso giorno in cui si svolgerà la processione del Corpus Domini, l'appuntamento religioso più sentito dai genovesi.
Da Gerusalemme getta acqua sul fuoco il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei che al Tg3 della Liguria dichiara: «Il Gay Pride si è già svolto a Roma nell'anno del Giubileo e non sono contrario alle manifestazioni del pensiero quando avvengono con modalità corrette senza recare offesa. Quanto al problema della data, si troverà un accordo». Parole che vanno di traverso a una delle figure più influenti della curia sotto la Lanterna, monsignor Marco Granara, rettore del santuario di Nostra Signora della Guardia: «Attendo una presa di posizione da parte della Chiesa e del governo della città. La processione del Corpus Domini è delicatezza e spiritualità, il Gay Pride una carnevalata. Se l'hanno fatto apposta è una doppia provocazione».
«Nessuna provocazione», assicura Aurelio Mancuso presidente di Arcigay. «Nemmeno c'è venuto in mente che a Genova risiede il cardinale Bagnasco. Abbiamo scelto la città perché lì non si è mai svolto il Pride o altre nostre manifestazioni nonostante un'importante comunità gay. Non vogliamo dare fastidio alla processione, ci sono spazi sufficienti per studiare orari e percorsi diversi».
Dalle pagine del quotidiano genovese Il Secolo XIX il capogruppo di An in consiglio regionale Gianni Plinio invoca l'intervento del sindaco Marta Vincenzi: «Vieti questa oscena carnevalata d'insulti». Stesso augurio espresso dall'Udc.
Ieri Plinio ha dato vita al comitato «Gay Pride-No grazie»: «Da qui a giugno c'è tempo per formare un fronte trasversale per impedire questa blasfemia ». Il comitato ideato dall'esponente del centro-destra potrebbe trovare un insperato appoggio da parte di una vasta area del centro-sinistra. A partire dal presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto della Margherita («Una manifestazione provocatoria »), continuando con il Partito Democratico: «Rispetto le persone ma ostentare esageratamente situazioni diverse come si fa durante il Gay Pride è un fatto negativo. Data la concomitanza con il Corpus Domini, il minimo che può fare il sindaco è spostare la data della sfilata omosessuale», dice il vicepresidente della giunta regionale Massimiliano Costa.
Ancora più deciso il senatore Pd Claudio Gustavino: «Come genovese non posso essere orgoglioso che il Gay Pride si svolga nella mia città». Che a dirlo sia un uomo del centro-sinistra suona strano: «Essere del Pd non significa aver abolito il buon senso. Far sfilare transessuali e travestiti è solo una provocazione. Se fossi il sindaco...».
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Il sindaco Vincenzi: si farà ma non nel giorno previsto.
(Roberto Rizzo - Il Corriere della Sera)
Marta Vincenzi donna di sinistra e sindaco di Genova, sul Gay Pride del 13 giugno 2009 si è scatenata la bufera e la città attende la sua risposta.
«Genova dimostrerà di che pasta è fatta».
Lo dica.
«Questa è una città aperta, pronta ad accogliere tutte le iniziative che si svolgono nella legalità».
Dunque?
«Il Gay Pride 2009 si farà. Altre città prima della mia hanno ospitato la manifestazione, non vedo qual è il problema».
Innanzitutto la data scelta, sabato 13 giugno, giorno della processione del Corpus Domini.
«In effetti, il Corpus Domini è una ricorrenza di popolo molto sentita dai miei concittadini, non solo dai cattolici praticanti. Ora si tratterà di concordare con gli organizzatori del Gay Pride se non è il caso di spostarlo di un giorno. Posticiparlo la domenica può essere la soluzione giusta. Per me è importante che non ci sia contrapposizione tra le due manifestazioni, mi impegnerò perché non accada».
Ha già incontrato l'Arcigay?
«Non ancora, spero di farlo presto. Voglio che il Gay Pride si svolga in piena armonia e sia l'occasione per informare e dibattere sul tema dei diritti individuali».
Il cardinale Bagnasco non pone veti ma monsignor Granara ha già dichiarato la sua contrarietà.
« Confido nell'intervento di Bagnasco per cogliere l'occasione che offre questa vicenda: definire un rapporto di correttezza tra Chiesa e iniziative civili e laiche».
Anche una parte del Pd genovese è nettamente contrario.
«Io penso che nessuno può permettersi di dare giudizi su come la gente deve manifestare, ripeto, nel rispetto della legalità».
Il capogruppo di An in consiglio regionale ha appena dato vita a un comitato che si batterà contro il Gay Pride genovese e le ha scritto una lettera per invitarla a riflettere.
«Non ho ancora ricevuto alcuna lettera, ho letto quanto ha dichiarato ai giornali. Gli esponenti del centro-destra in Regione hanno l'abitudine di scrivermi, tutti scrivono al sindaco. Significa che sono un punto di riferimento, mi fa piacere. E da sindaco assicuro che il Gay Pride 2009 si svolgerà a Genova».
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Intervista rilasciata a Radio radicale dal sindaco di Genova Marta Vincenzi avente come tema il Pride dell'Arcigay.
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