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giovedì 14 agosto 2008

Il Vaticano scarica Famiglia Cristiana: non parla a nome della Santa Sede.

(Panorama) Non a nome della Santa Sede, né a nome della Cei. Il settimanale Famiglia Cristiana parla per sé: la sua linea non è quella dei vertici cattolici italiani.Così il Vaticano misura la distanza dal settimanale dei Paolini e dai suoi numerosi scontri con il governo di Silvio Berlusconi. A scaricare il periodico cattolico è il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha precisato stamani che il settimanale dei Paolini “non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana“.

Certo, precisa padre Lonbardi: si sta parlando di una “testata importante della realtà cattolica”, ma “le sue posizioni sono esclusivamente responsabilità della sua direzione”.
L’ultimo duro intervento di Famiglia Cristiana contro le scelte dell’esecutivo è di ieri, quando è stato anticipato l’editoriale di Beppe Del Colle in cui si augura che “non sia vero il sospetto” che in Italia sta rinascendo il fascismo “sotto altre forme”. Un corsivo che ha scatenato la polemica.

D’accordo con il Vaticano si dice il senatore a vita, Francesco Cossiga, che ha giudicato “chiara ed esemplare” la dichiarazione resa da padre Lombardi. La prende invece come un invito alla riflessione e all’esame di coscienza Pierluigi Castagnetti (area teodem del Pd), presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera: “Diciamoci la verità, cari amici cattolici del centrodestra e del centrosinistra, il bersaglio nemmeno tanto implicito di Famiglia Cristiana siamo noi. È inutile polemizzare su una parola, una immagine o una citazione degli editorialisti della rivista che, da tempo per la verità, ha deciso di essere coscienza critica del potere. Forse perché più pochi ancora lo sono”. Lo afferma . “Può darsi” prosegue Castagnetti “che la colpa, come dice Tremonti, sia del dilagante pensiero unico ’mercatista’, oppure della paura di parte del ceto politico di pronunciare parole e giudizi anticonformisti, sta di fatto che la cultura cristiana in questo paese sta rivelandosi sempre più come la cultura dell’alterità e della difesa dell’uomo. Altro che cattocomunismo”.
Ma non tutti tra i democratici la pensano così: “L’attacco concentrico a Famiglia Cristiana di alcuni esponenti della destra non risolve i problemi che sta attraversando il governo. Non passa attraverso l’accusa di comunisti a tutti quelli che contestano l’azione del governo la soluzione alle difficoltà crescenti denunciate dalle famiglie italiane. Semmai, Gasparri, Bondi e Giovanardi prendano atto che anche nel mondo cattolico c’è un forte pluralismo politico. E chi non la pensa come la destra non è necessariamente un cripto o un proto comunista”, affermae il parlamentare del Pd Giorgio Merlo.

Più che sui contenuti, invece, la critica del ministro dei Beni Culturali è sul tono “che non si addice al settimanale cattolico” e quanto alla sostanza sostiene che i paolini hanno preso “lucciole per lanterne”. Sandro Bondi in un’intervista a Repubblica attacca il settimanale cattolico che “continua ad esprimere opinioni su questioni politiche e sociali che riflettono una cultura che sbrigativamente viene definita catto-comunista. Non capisco perché il suo direttore neghi scandalizzato questa accusa”. “Il filo conduttore - rilancia Bondi - è sempre quello: la simpatia per i cattolici adulti (primo fra tutti Prodi, ndr) e l’antipatia viscerale per Berlusconi”. Famiglia Cristiana, inoltre, si esprime con un linguaggio da “intellettuali che hanno perso il rapporto con il loro popolo, credenti e parrocchie, ma anche lontani dalle esigenze concrete dei cittadini”.

Editoriale dopo editoriale, in realtà, è da mesi che il periodico diretto da Don Antonio Sciortino non lesina attacchi e tirate d’orecchio nei confronti della maggioranza. Prima contro la norma sulle impronte ai bambini rom (”una trovata indecente”, quella del ministro Maroni), poi la “finta emergenza sicurezza” e la querelle “sui cassonetti” contro il sindaco di Roma Alemanno. Senza dimenticare la dichiarazione durissima contro Berlusconi che, secondo il settimanale dei Paolini, sarebbe ossessionato dai giudici.


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