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mercoledì 25 giugno 2008

In Bielorussia, gay come criminali.

(River-blog) Edward Tarletski è un attivista omosessuale, impegnato nella difficile e, aggiungo io, rischiosa lotta per i diritti dei gay in Bielorussia. Un Paese in cui i gay sono oggetto, sempre più spesso, di aggressioni, anche feroci. Anche Edward è stato recentemente picchiato da un gruppo di omofobi. Rientrando nella sua abitazione di Minsk, Edward è stato circondato da 3 persone, di età compresa tra i 20 e i 25 anni: “Stavo per entrare nel portone, quando uno di loro mi ha chiamato per cognome. A quel punto un altro mi ha sferrato un pugno in faccia, facendomi cadere in terra”. Calci e altri pugni hanno completato l’”opera”. L’uomo non presenterà denuncia alla polizia: “Sarebbe una perdita di tempo. La polizia ha un atteggiamento sprezzante verso noi gay. E’ la terza aggressione che subisco in cinque anni”. Edward è il fondatore di Lambda Belarus, la prima organizzazione gay del Paese. Pochi giorni prima quell’episodio, un altro ragazzo lo aveva affrontato, in un parco, prendendolo a cazzotti e spezzandogli un dente. L’elenco di casi di questo genere è lungo. La scorsa settimana, due giovanissimi sono stati picchiati da 4 skinhead, che hanno urlato frasi contro i gay. Domenica scorsa, il 24 enne Slava è stato malmenato dal proprietario del locale in cui si trovava: “Mi ha chiuso dentro, e mi ha picchiato”: la polizia è venuta, ma non ha fatto niente. “Ci hanno portato in commissariato, anche il proprietario del locale: la cosa assurda, è che lo hanno fatto andare via, senza neanche identificarlo. E’ assurdo che ci trattino sempre come dei criminali”. L’ultimo caso è avvenuto ieri: due signori, sui 40 anni di età, sono stati presi a pugni nei pressi di una spiaggia.

La foto di Edward vale più di ogni eventuale considerazione sull’omofobia.

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