Un romanzo di David Leavitt racconta la vicenda del rapporto tra due geni di Cambridge. Ed è la seconda volta che lo scrittore affronta il tema dei matematici gay. Qui ne spiega le ragioni a un illustre studioso.
Colloquio con David Leavitt di Piergiorgio Odifreddi - L'Espresso, nella foto Godfrey Harold Hardy.
La ricerca dell'ordine, della razionalità e della normalità attraverso i numeri e le misure certe, contro ogni devianza: vera e presunta. O meglio, il rapporto tra matematica, omosessualità, quella repressa e perseguitata nei decenni scorsi e quella manifestata liberamente oggi. Di questo, così come della letteratura e dei meccanismi di creatività e della mente umana, abbiamo parlato con David Leavitt. Oggi 47enne, Leavitt, scrittore americano ha esordito a 23 anni con la potente raccolta di racconti 'Ballo di famiglia' (Mondadori), ed è diventato famoso negli anni Ottanta come esponente di spicco del 'minimalismo' d'Oltreoceano: una corrente letteraria caratterizzata dalla sobrietà del contenuto delle opere. Laureato a Yale, autore controverso per la sua tematica apertamente omosessuale, Leavitt insegna alla University of Florida (dopo un'esperienza didattica a Princeton). Spesso viene in l'Italia, ama soggiornare in Maremma. Recentemente la matematica ha fatto irruzione nelle sue opere, da 'L'uomo che sapeva troppo. Alan Turing e l'invenzione del computer' (Codice) al romanzo 'Il matematico indiano' che Mondadori sta per mandare in libreria. Il libro racconta la storia di Srinivasa Aiyangar Ramanujan, un matematico di origini tamil che nel 1913 mandò una lettera a tre professori di Cambridge: H. F. Baker, E. W. Hobson e G. H. Hardy, con una lunga lista di teoremi dalla complessità fino ad allora mai vista. Ramanujan si dichiarò in grado di dimostrarli. Ma solo Hardy, del Trinity College si accorse del suo genio. Il romanzo racconta il rapporto passionale ma anche molto razionale tra Hardy (omosessuale e matematico celeberrimo) e il suo collega indiano, giunto nella prestigiosa università britannica nel 1914.
Da questo romanzo e dalla sua tematica parte la nostra conversazione in cui abbiamo provato ad affrontare la domanda che può apparire strana: esiste un nesso tra omosessualità e matematica? Forse, ma è solo un'ipotesi, in un mondo che considerava fino a poco fa gli omosessuali dei malati e dei devianti (come dimostra la storia di Turing - l'altro protagonista di Leavitt - sottoposto a cure tremende e finito suicida), la matematica era un modo, uno dei tanti possibili, per affermare la propria normalità, grazie alla razionalità estrema di questa materia. Forse era un desiderio di un universo regolato e senza sorprese. Leavitt sarà alla Milanesiana il 2 luglio 2008. Intanto, ecco il nostro dialogo: tra un matematico logico, manifestamente razionalista interessato alla letteratura, e uno scrittore interessato ai numeri e alla matematica, e manifestamente gay.
Signor Leavitt: come mai uno scrittore con un background come il suo è rimasto affascinato dalla matematica?
"Mi ci sono imbattuto per caso. Qualche anno fa James Atlas (editore e fondatore di Lipper-Viking Penguin Lives Series, collaboratore del 'New Yorker', ex firma del 'New York Times Magazine', 'New York Review of Books', 'London Review of Books') mi ha chiesto di scrivere un libretto su Alan Turing, per una serie che stava curando sulle scoperte scientifiche importanti. Quando ho accettato pensavo che mi sarei concentrato sull'omosessualità di Turing. Turing, inventore del computer, è stato internato in un manicomio, e sottoposto a cure chimiche che gli hanno sfigurato il corpo. Il fatto che la sua omosessualità veniva considerata una malattia (se non un delitto) lo ha portato al suicidio nel 1954: mangiò una mela avvelenata, e si dice che la mela di Apple sia un omaggio al suo genio. Ma mentre facevo ricerche per il libro, mi sono accorto che anche i princìpi matematici che soggiacevano al lavoro di Turing mi interessavano profondamente. Insomma, sono partito dal coté gay, per scoprire un mondo, il mondo di matematica. Ed è proprio nel corso di quelle ricerche che sono tornato per certi versi all'universo gay. Mi sono imbattuto in un breve resoconto della relazione tra Hardy e Ramanujan, e ho subito capito che quella era una storia che dovevo raccontare in un romanzo, a parte".
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