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sabato 10 maggio 2008

Vaticano. Il Papa ai vescovi magiari: "Giustamente voi avete criticato il pubblico riconoscimento delle unioni omosessuali".

Papa; In Ungheria ancora vive le conseguenze del comunismo. Consumismo "sconsiderato" e famiglia minacciata da secolarismo.
(Apcom) Un paese che soffre ancora del suo passato comunista, e in particolare del "clima di sospetto" che lo denotava, ma minacciato anche da nuovi problemi come un consumismo "sconsiderato" e da una secolarizzazione che mette in crisi in primo luogo la famiglia: è l'affresco a tinte fosche dell'Ungheria che Papa Benedetto XVI ha tratteggiato ricevendo, questa mattina in Vaticano, i vescovi magiari.

"Purtroppo il lungo periodo del regime comunista ha segnato pesantemente la popolazione ungherese, così che ancora adesso se ne notano le conseguenze", ha detto Ratzinger: "In particolare, viene rilevata in molti una certa difficoltà a fidarsi degli altri, tipica di chi ha vissuto a lungo in un clima di sospetto".

"Il senso di insicurezza - ha proseguito - è poi accentuato dalla difficile congiuntura economica, che uno sconsiderato consumismo non contribuisce a migliorare. Le persone, compresi i cattolici, risentono in genere di quella debolezza di pensiero e di volontà che è assai comune nei nostri tempi". Secondo Benedetto XVI, più specificamente, "la prima realtà che purtroppo fa le spese della diffusa secolarizzazione è la famiglia, che anche in Ungheria attraversa una grave crisi". Sintomi di questa cristi, per il Papa, sono "la notevole diminuzione del numero dei matrimoni", "l'impressionante aumento dei divorzi", il moltiplicarsi di "coppie di fatto". "Giustamente - ha ricordato - voi avete criticato il pubblico riconoscimento delle unioni omosessuali". "Tale situazione, unita alla carenza di sussidi per le famiglie numerose, ha portato ad un drastico calo delle nascite", ha aggiunto il Papa, concludendo il ragionamento, "reso ancor più drammatico dalla diffusa pratica dell'aborto".

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