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sabato 10 maggio 2008

Un gay competente in giunta a Udine. E' l'unico assessore omosessuale visibile italiano ed è polemica nel Pd.

(Il Messaggero veneto) Enrico Pizza, 40 anni, ex iscritto ai Ds, tecnico di laboratorio, è il nuovo assessore alla Mobilità. Lo ha indicato il Pd. Il sindaco Honsell al fotofinish lo ha preferito ai margheritino Daniele Cortolezzis e Claudio Romano. Promotore dell’Arcigay a Udine nel 1999, è l’unico assessore gay dichiarato in Italia. Pizza si è dichiarato gay pubblicamente in un’intervista rilasciata nell’ormai lontano 1990.

Appena è stato nominato in giunta è scoppiata la polemica dentro il Pd. E’ così?
«La polemica era scoppiata prima. E non era una polemica tra ex diesse ed ex margherita, tra etero e gay, ma era e rimane una polemica tra vecchia e nuova visione del Partito democratico».
Vale a dire?
«Il Pd nasce con il rispetto di tutte le sensibilità. E siccome in quella polemica facevano riferimento alla sensibilità cattolica, io ho dimostrato che il Pd dev’essere la casa di tante sensibilità».
Scusi se insisto, ma l’ostruzionismo degli ex Margherita nei suoi confronti è perché è un ex ds o perché è gay e pure dichiarato?
«Per tutto. Perché sono un ex diesse, perché sono gay dichiarato, ma soprattutto perché sono nuovo».
In che senso?
«Nel senso che credo di avere interpretato la nuova visione del Pd. E questo scontro ha dimostrato che ci sono questioni che si possono discutere per giorni, ma anche che in questa vicenda Udine si conferma laboratorio politico. Udine si è trovata di fronte a una scelta pragmatica».
Ovvero?
«Ovvero ragionar per sensibilità, mirando al nuovo. Il criterio non viene dalla politica ma dal mix di preferenze ottenute e dalle competenze».
Le risulta che ci sia stato un pressing dell’Arcigay sul Pd per farla entrare in giunta?
«Assolutamente no. Arcigay si è limitato al commento a cose fatte da parte di Daniele Brosolo, presidente del comitato provinciale dell’Arcigay di Udine secondo cui innovare vuol dire saper guardare con coraggio al futuro, superare gli stereotipi e dare fiducia alle nuove generazioni. Nel chiamarmi in Giunta – aveva aggiunto – il neoeletto sindaco ha intrapreso questa strada e a lui va tutto il nostro plauso».
Nel colloquio con Honsell che ha preceduto la nomina cosa vi siete detti?
«Era una sorta di colloquio di lavoro. Ho avvertito uno stile nuovo. Mi ha fatto domande sul curriculum. E poi mi ha parlato di una criticità».
Quella relativa al suo referato?
«Si, la Mobilità».
Perché ritiene abbia pensato a lei?
«Non mi ha proposto un assessorato in quanto poltrona. Mi ha detto che c’era questo problema e che lui mi aveva individuato come persona adatta ad affrontarlo».
E le ha motivato questa indicazione?
«Mah, nel settore della Mobilità i tecnici ci sono già. Manca, invece, un politico, una persona in grado di ascoltare e mettersi in relazione con la città e cittadini. Da omosessuale penso di avere seguito nella precedente legislatura pochi atti amministrativi che potessero riguardare i gay. Insomma, da consigliere ho lavorato molto di più sulle questioni inerenti la viabilità, le strade, le rotatorie, le piste ciclabili, la mobilità sostenibile. E questo credo mi sia stato riconosciuto».
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Enrico Pizza: «Non sarò assessore in quanto omosessuale ma dimostrerò che un gay è un buon assessore».
(Il Gazzettino) Martedì sera, molti habituè del mondo politico cittadino lo davano perdente nel "ballottaggio" con l'ex Margherita Claudio Romano per la corsa al quarto assessorato del Pd che ha spaccato il partito. Poi, come succede nelle favole, Enrico Pizza si è addormentato consigliere semplice e si è risvegliato assessore alla mobilità. Meglio, come puntualizzano i presidenti Arcigay e Arcilesbica di Udine Daniele Brosolo e Eva Dose, assieme al presidente nazionale Aurelio Mancuso, Pizza si è svegliato nel ruolo dell'«unico assessore dichiaratamente gay di tutta Italia». L'ha saputo solo dopo le 10.30, ricevendo una telefonata nella serra della scuola di Pozzuolo dove lavora come tecnico di laboratorio (ma è laureato). «Non era affatto scontato - dice Pizza, fondatore del circolo Arcigay di Udine -. Il sindaco martedì mi aveva parlato della criticità della mobilità. Ma l'incontro si è svolto come un colloquio di lavoro e si è concluso con un "le farò sapere". Uno stile nuovo anche in questo, quello di Honsell». Come «nuovo» Pizza giudica l'approccio del sindaco, che, parlando delle critiche al suo esecutivo ha detto di voler far piazza pulita delle «logiche del passato» da manuale Cencelli e, soprattutto, dei «pregiudizi». «Mi è piaciuta quella frase sull'esecutivo che non è una "giunta di ex" ed è "una giunta contro i pregiudizi - dice Pizza -. Io non sarò assessore in quanto gay, ma dimostrerò di essere un buon assessore omosessuale». E sarà un lavorone, il sindaco l'ha messo in guardia («Mi raccomando: sulla mobilità ci massacreranno», gli ha detto sulle scale di Palazzo). Anche perché sarà uno dei tre «assessori dialoganti» (con Malisani e Santoro) che si spartiranno le competenze che prima erano del solo Cavallo, visto che Honsell ha rinunciato a fare il «superassessorato» riunendo i referati alla Pianificazione e Lavori pubblici e li ha «composti e decomposti - come spiega lo stesso sindaco - spartendo le competenze fra tre persone: mi è sembrato più efficace il dialogo a tre della ricompattazione in uno». Ma il dialogo cominciato nella riunione di ieri alle 14 fra i novelli assessori per ora si è risolto in una spartizione di competenze che vede avvantaggiata Malisani. A quanto si narra, infatti, l'«assessora» uscente avrebbe voluto per sè alcuni settori che, in teoria, sarebbero dovuti andare a Pizza (arredo urbano e strade) e Santoro (aree dismesse tranne la Stu). L'Enrico, però, su questo tace. E, forse per mettere la parola "fine" alla «guerra delle rose» con gli ex margheritini, annuncia: «Mi dimetterò da consigliere: lo farò anche per far posto a Freschi (ex Margherita ndr) in consiglio».

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