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lunedì 5 maggio 2008

Cambia sesso, divorzia dalla moglie e la risposa con un Pacs.


(River-blog) Martin e Linda si sono sposati 30 anni fa, nel 1977. Anno dopo anno, Martin (foto sotto) matura la convinzione e il desiderio di cambiare sesso: decisione che comunica alla sua metà nel 1998. Il tutto avviene con operazioni su operazioni e un costo di circa 25mila euro. Quando il cambio di sesso è andato a buon fine, Martin - nuovo nome Emma - è praticamente costretto a separarsi dalla moglie: solo così facendo, lo Stato gli avrebbe riconosciuto ufficialmente il cambio di identità. Ma a quel punto la coppia, che ha continuato a vivere insieme, si è trovata di fronte ad un problema di natura economica: entrambi, divorziando, dovevano rinunciare ad alcuni benefici di natura fiscale e pensionistica. La soluzione? Sposarsi di nuovo grazie alle unioni civili riconosciute nel Regno Unito. Secondo le statistiche ufficiali, da quando le unioni civili sono state introdotte, nel dicembre 2005, circa 27mila coppie hanno potuto beneficiarne. Ma un’associazione per la tutela dei transessuali, la Beaumont Society, chiede modifiche legislative, per evitare che si ripetano casi come quello di Martin/Emma e della moglie. “Sarebbe più logico che una coppia non fosse costretta a divorziare per vedere riconosciuti gli stessi diritti. Chiediamo quindi che sia possibile continuare a essere sposati, anche se uno dei due partner ha cambiato sesso”.

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