In Italia il balletto del Mariinskij. Ma i responsabili del teatro litigano.
(Sergio Trombetta - La Stampa) Si chiamano Valeri Abisalovich Gherghiti e Macharbet Kassanovich Vaziev. Sono originari dell’Ossezia, piccola repubblica caucasica al confine con Cecenia e Georgia. Con due nomi così potrebbero essere due capi clan in lotta sulle montagne. Ma sono più comunemente noti come Valerij Gergiev e Machar Vaziev. Cioè l’onnipotente e acclamatissimo direttore d’orchestra capo assoluto del Mariinskij di Pietoburgo, il Kirov dei tempi sovietici, e il direttore del balletto del teatro, una delle più grandi compagnie di danza classica che ieri sera ha dato il via, al Regio di Parma, a una breve tournée italiana con il Lago dei cigni.
La loro privata «guerra caucasica» la combattono nei corridoi e nella sala azzurro dorata del Mariinskij. La lotta ha visto Gergiev vincitore a marzo, quando Vaziev ha dato le dimissioni. Che però non sono state accettate. E il fatto che ieri Kasanovich fosse presente a Parma significa che la vicenda non è chiusa. Dal ‘95, cioè da quando è stato nominato «responsabile» della compagnia (mai direttore artistico), Vaziev è sempre uscito sconfitto dagli scontri col boss. Scontri che riguardavano soprattutto alcune scelte di repertorio di Gergiev.
Per esempio, commissionare in fretta e furia la coreografia del balletto L’età dell’oro di Sostakovich allo sconosciuto Noah Gelber, unanimemente distrutto dalla critica, per poter portare a Londra un’intera stagione Sostakovich. Oppure affidare un remake dello Schiaccianoci allo scultore Michail Shemjakin che ha trasformato il balletto in una propria mostra personale. O ancora imporre ai danzatori tempi di lavoro impossibili, simili a quelli che Gergiev, inguaribile workalcolic, impone a se stesso.
Negli anni passati, a chi arrivava dall’Italia a Pietroburgo Vaziev chiedeva sconsolato: «Ma alla Scala il maestro Muti non intralcia la danza?». Ora però ha sbattuto, provvisoriamente, la porta dopo l’ennesima uscita di Gergiev: «La compagnia è sempre senza direttore artistico perché non trovo la persona adatta. Le stelle che potrebbero occupare quel posto non sono ancora tramontate». Battuta che esclude Vaziev e potrebbe voler dire che Gergiev intende nominare Uljiana Lopatkina, divina e capricciosa superstella della compagnia che in questo tour italiano danzerà il Lago nella replica di mercooledì a Modena.
Sempre che non cambi idea. Lopatkina, che è chiamata in teatro «la repubblica Lopatkina», ha però soltanto 35 anni. Troppo presto per dirigere la compagnia. Sempre che ne abbia le capacità, oltre gli agganci giusti col potere (leggi Putin). L’altro nome che corre è quello di Altynai Asylmuratova, che dirige l’Accademia Vaganova, una scuola che continua a sfornare superdanzatori, come si può constatare in questo tour che prevede tre repliche del Lago a Parma, due a Modena,un gala a Modena e uno a Vicenza.
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