Imbarazzo. Walter Veltroni non lo lascia trasparire pubblicamente. Preferisce ricordare che «serve unità e rispetto reciproco», ma è chiaro che lo scontro tra laici e cattolici rischia di far esplodere il Pd.
(Nicola Imberti - Il Tempo) E il segretario non può certo far finta di niente visto che, a scatenare la bagarre, è stato proprio lui con la sua testarda voglia di ospitare i Radicali nelle sue liste.
Una decisione che ha mandato su tutte le furie addirittura Famiglia cristiana, il settimanale dei paolini considerato in passato vicino a posizioni uliviste. Un segnale chiaro che, stavolta, Veltroni ha passato il segno. Così, in un editoriale dal titolo «Pasticcio veltroniano in salsa pannelliana», la testata cattolica si lancia in una lunga intemerata nei confronti del Pd.
Secondo Famiglia Cristiana «i radicali hanno una concezione "confessionale" della loro identità. Ogni scelta, ogni nome ha valore simbolico. La squadra di candidati, negoziata con Walter Veltroni, ha una forte fisionomia radicale, connotata su battaglie che, come ha detto Emma Bonino, "non si interrompono affatto"».
Quali siano queste battaglie, sottolinea il settimanale, è chiaro: aborto, eutanasia, depenalizzazione della droga, abolizione del Concordato e dell'8 per mille. E, «sopra ogni cosa, un'ideologia libertaria, in salsa pannelliana, alternativa alla storia e ai principi etici, economici e sociali di questo Paese».
Certo, continua Famiglia Cristiana, i cattolici potrebbero «non preoccuparsi della pattuglia di radicali nelle liste del Pd se si potesse esercitare il voto di preferenza. Ma siccome le liste sono bloccate, un candidato o un altro fa la differenza, perché comporta da parte del partito l'assunzione di un progetto ideologico».
Parole dure che scatenano l'immediata reazione dei cattolici democratici. A dire il vero, più che di reazioni, si tratta di rassicurazioni. Tutti, all'unisono, spiegano che non bisogna aver paura perché le componenti cattoliche del Pd «vigileranno» sui Radicali che, fanno notare, dovranno comunque sottoscrivere il programma.
«Siamo più uniti, più determinati e fortemente motivati a evitare qualsiasi slittamento» ricorda la senatrice teodem Paola Binetti. «Manifesto e programma del Pd realizzano una sintesi equilibrata che vincola e garantisce tutti contro eventuali forzature» le fa eco il prodiano Franco Monaco.
Completa il quadro delle anime cattoliche del Pd il popolare Giuseppe Fioroni che non ha dubbi: «I Radicali, quando sottoscrivono il nostro programma e si impegnano a rispettarlo in Parlamento, credo offrano un risultato importante». E mentre il veltroniano Giorgio Tonini sottolinea che «la convergenza è avvenuta su tutto compresi i temi eticamente sensibili», Pierluigi Castagnetti invita Veltroni a chiarire che non sarà rimesso in discussione il manifesto dei valori.
Insomma, il clima all'interno del Pd è incandescente, anche perché la polemica esplode proprio nel giorno in cui il candidato premier presenta il suo programma «realistico e ambizioso» per governare l'Italia. Tra i 12 punti anche il testamento biologico, il riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente conviventi, la difesa della legge 194. Su tutti e tre i punti, però, il segretario ha lavorato con la logica del «ma anche». Così, parlando di coppie di fatto, non si citano le unioni omosessuali. Il testamento biologico diventa uno degli strumenti per evitare l'accanimento terapeutico e la legge sull'aborto deve essere sì difesa, «ma anche» attuata in tutte le sue parti. Tra l'altro, nonostante Emma Bonino dichiari di condividere la posizione programmatica del Pd sulla pillola abortiva Ru486, nel testo illustrato dal segretario non se ne trova traccia. Che si tratti di un caso?
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