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martedì 26 febbraio 2008

"Sequestrate le opere d’arte di Vittorio Sgarbi".

Una manager torinese pretende 800mila euro per il mantenimento della figlia avuta dal critico otto anni fa.
(Silvia Tironi - Cronaca qui) «Ottocentomila euro? Mi sembra una cifra modesta». L’assessore alla Cultura del Comune di Milano Vittorio Sgarbi risponde così all’avvocato Giulia Facchini, che ieri ha chiesto al Tribunale dei minori di Torino il sequestro conservativo del tesoro artistico del critico.
Il legale, che rappresenta Barbara Hary, manager torinese 40enne e madre della piccola Evelina, 8 anni, avuta dalla relazione con Sgarbi, sostiene infatti che «il professore ha provveduto spontaneamente al riconoscimento della piccola però, nonostante la trattativa stragiudiziale ed amichevole intrapresa oltre un anno fa, ad oggi nulla ha provveduto a versare per il mantenimento della bambina, che tuttavia nel tempo ha frequentato seppure non con continuità».

Secondo la richiesta avanzata dalla Hary, 800mila euro in tutto, 2500 al mese fino al compimento del 26esimo anno di età, i soldi serviranno a «coprire le spese effettuate nei primi 8 anni di vita di Evelina, nonchè a contribuire al mantenimento della figlia fino al raggiungimento dell’autonomia economica: la richiesta di un sequestro conservativo è un modo per la conservazione dei beni per eseguire i pagamenti».
A seguito delle dichiarazioni di Sgarbi apparse su alcuni quotidiani e di quelle della signora Rina Cavallini Sgarbi pubblicate da un settimanale circa l’attuale situazione debitoria del professore «la mia assistita - prosegue il legale - ha dovuto chiedere al Tribunale di provvedere, in via d’urgenza, al sequestro dei proventi dell’asta della collezione Sgarbi, prevista per il prossimo 5 marzo a Milano presso la casa d’aste Finante».
«La madre della minore - ha infine dichiarato la Facchini -ha sempre cercato una soluzione amichevole, cui è disposta ancora oggi, soprattutto per evitare di turbare la serenità della figlia».
Secca la replica di Sgarbi: «Il Tribunale ha già negato il sequestro dei ricavi dell’asta e comunque non capisco perché gli venga in mente solo adesso di chiedermi dei soldi, che per altro non ho.
E comunque se si accontenta di questa cifra... - ironizza il critico - si capisce il livello della persona».
Intanto i giudici hanno convocato Sgarbi per il prossimo 3 marzo presso il Tribunale dei minori, ordinandogli di esibire in giudizio i modelli fiscali degli ultimi cinque anni e l’inventario delle opere d’arte in vendita all’asta con l’indicazione del valore stimato per ciascuna opera. «Ci andrà il mio avvocato - conclude Vittorio - io non ci penso minimamente».
Scelta analoga a quella adottata nel procedimento in corso ad Ancona per un’altra presunta paternità.

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