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domenica 20 gennaio 2008

Alleanza anti Aids tra la Glaxo e il Vaticano.

Il Pontificio consiglio per la pastorale della salute riceve farmaci a prezzo di costo per l’Africa. Una malattia, l’Hiv-Aids, che secondo la Chiesa è «patologia dello spirito», derivante com’è «dall’abitudine di identificare nel piacere l’unica finalità della sessualità, e dalla tossicodipendenza, figlia della medesima carenza di valori e cultura del benessere.

(Elisa Pasetto - L'Arena di Verona) Ogni giorno nel mondo più di 6.500 persone muoiono a causa dell’Aids. Secondo la Banca mondiale, una spesa sanitaria pro capite di 14 dollari all’anno è il minimo indispensabile per fornire i servizi essenziali, ma la spesa media dell’Africa Sub-sahariana, per esempio, non supera i sei dollari. Ecco perché è fondamentale una mobilitazione internazionale per raccogliere fondi aggiuntivi che garantiscano una sanità sostenibile anche nei Paesi in via di sviluppo, dove i governi quasi sempre non dispongono delle risorse necessarie. Di questo si occupa la fondazione Il buon samaritano, che dal 2004, quando fu istituita da Giovanni Paolo II, ha distribuito 500mila euro ricevuti in donazione per sostenere economicamente i malati più bisognosi dei Paesi più poveri del mondo, in special modo quelli che soffrono di Hiv-Aids. Ne è responsabile il cardinale Javier Lozano Barragàn, presidente del Pontificio consiglio per la pastorale della salute, che ieri è giunto a Verona per una visita nella sede della GlaxoSmithKline e un incontro con i dipendenti.

Un modo per consolidare il sodalizio che lega il cardinale, coordinatore delle attività poste in atto dalla Santa Sede per agevolare l’accesso alle cure da parte delle popolazioni svantaggiate, e la multinazionale farmaceutica, che da anni è impegnata sul fronte sociale, in particolare per il miglioramento della salute nei Paesi in via di sviluppo. Proprio Gsk, infatti, si è impegnata con Il buon samaritano a garantire per i Paesi poveri i farmaci antiretrovirali contro l’Hiv-Aids a prezzo di costo: solo 217 dollari per il trattamento necessario a una persona per un anno, contro i 10-15 mila dollari stando ai listini delle case farmaceutiche.

«Da anni collaboriamo col Vaticano», ha spiegato Angelos Papadimitriou, presidente Gsk, «da quando ci si è resi conto della necessità che i Paesi occidentali, privilegiati, scendano in prima linea per garantire l’accesso alla salute anche a chi è svantaggiato. Il nostro obiettivo, come azienda farmaceutica, è investire nella ricerca indirizzata alle malattie che colpiscono soprattutto il mondo in via di sviluppo».

Gsk è infatti l’unica realtà del settore i cui ricercatori lavorano sia per la prevenzione che per il trattamento delle tre malattie prioritarie del Sud del mondo: malaria, tubercolosi e, appunto, Hiv-Aids. In Spagna, inoltre, esiste un centro di ricerca dedicato, con oltre 100 scienziati che studiano esclusivamente queste patologie.

Un aiuto fondamentale, quello di Gsk, per la fondazione del cardinale Barragàn, che dimostra anche la possibilità di un dialogo concreto tra scienza e fede. «Un dialogo efficace è decisamente possibile», ha affermato il cardinale, «basti pensare che il creatore del mondo e l’autore della parola coincidono. Il problema, semmai, nasce quando non si agisce nel nome della parola di Dio». L’alto prelato ha poi ringraziato i vertici aziendali e i dipendenti prima di presentare l’attività de Il buon samaritano, che sfrutta la «rete diplomatica» vaticana dei nunzi apostolici in 172 Paesi per superare le eventuali barriere governative e «garantire, al di là di ogni rischio di corruzione e di ogni lungaggine burocratica, che il denaro proveniente dalle donazioni internazionali si trasformi integralmente e il più rapidamente possibile in medicine per i bisognosi». Perché la prevenzione è certamente importante, sostiene il cardinale, ma «la priorità sono le persone che già muoiono ogni giorno come mosche».

Una malattia, l’Hiv-Aids, che secondo la Chiesa è «patologia dello spirito», derivante com’è «dall’abitudine di identificare nel piacere l’unica finalità della sessualità, e dalla tossicodipendenza, figlia della medesima carenza di valori e cultura del benessere. Fenomeni aggravati dalla povertà, e dalla promiscuità. Ecco perché l’Aids va combattuto con il ritorno alla sacralità della vita e del sesso e con l’educazione alla castità».

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