(Noipress.it) Con 99 voti a favore, 52 contrari e 33 astensioni la Terza Commissione delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione sulla moratoria della pena di morte.
L’approvazione è stata salutata da un lungo applauso dei diplomatici della terza commissione.
La risoluzione, fortemente voluta dall’Italia, era stata depositata presso la Terza Commissione il 1 novembre scorso e ieri erano iniziate le procedure di voto con l’esame degli emendamenti.
Il testo - che passerà ora all’Assemblea generale, dove dovrebbe essere votata entro la metà di dicembre - ha ottenuto due voti in più della di quelli necessari per ottenere la maggioranza assoluta.
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Massimo D’Alema ha accolto con viva soddisfazione l’approvazione.
L’Italia conduceva, infatti, la battaglia per la moratoria sulla pena di morte da 13 anni e i tre precedenti tentativi, nel 1994, nel 1999 e nel 2003, erano falliti.
Nell’esprimere apprezzamento per l’ampia ed efficace azione diplomatica della Farnesina e della rete, D’Alema ha tenuto a ricordare il ruolo fondamentale svolto dalla società civile italiana, che ha ispirato e sostenuto questa campagna, contribuendo a mantenere elevata, in questi mesi, l’attenzione internazionale sulla questione.
L’approvazione della moratoria sulla pena di morte rappresenta “la bella faccia dell’Italia, la forza dei Radicali quando sanno combinare la non violenza con le istituzioni”, ha commentato il ministro per le Politiche Comunitarie, Emma Bonino.
“Siamo convinti che quando andremo in plenaria sapremo fare ancora di più- ha detto ancora la Bonino riferendosi al prossimo voto di dicembre – E’ una giornata storica per gli amanti della legalità e del diritto”.
Soddisfazione anche da parte del sottosegretario agli Esteri, Gianni Vernetti, che ha parlato del voto di oggi come di “una formidabile arma di dissuasione politica e morale”.
“Oggi – ha sottolineato- si è scritta una pagina importante del diritto internazionale. Questo voto darà forza all’opinione pubblica e alla società civile dei Paesi in cui la pena di morte viene ancora applicata e spesso abusata”.
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