L’appello internazionale (qui in pdf) di quest’anno, approvato nel gennaio scorso al Social Forum di Nairobi, chiede “il libero accesso a tutti i percorsi formativi, un welfare studentesco che permetta a tutti di emanciparsi dalla condizione socio-finanziaria della propria famiglia, il diritto di tutt* gli student* a vedere i propri diritti riconosciuti per legge”. Aderiscono le principali associazioni studentesche italiane, dalla Rete degli Studenti all’Unione degli Studenti, da Studenti di Sinistra all’Unione degli Universitari.
Questo il loro slogan in video, da Youtube:
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“Saremo nelle piazze per chiedere che l’istruzione sia al centro delle politiche di questo governo” dice Giulia Tosoni, portavoce della Rete degli Studenti, “perché si approvi finalmente una legge nazionale sul diritto allo studio, una carta studenti che consenta l’accesso alla cultura per tutte e tutti, garantendo così autonomia sociale agli studenti e accesso ai più alti gradi dell’istruzione, come dice la nostra Costituzione”. E aggiunge: “Chiediamo anche più partecipazione alle scelte: nei mesi scorsi le associazioni studentesche troppo spesso sono state messe da parte, approvando provvedimenti senza ascoltare le nostre opinioni. Per questo chiediamo una legge sulla rappresentanza studentesca che aumenti il grado di democrazia nei luoghi della formazione e allarghi gli spazi della discussione fra le associazioni studentesche e chi decide per la scuola”.
Insieme agli studenti universitari, inoltre, sarà chiesta l’abolizione del numero chiuso nelle università italiane.
Ma lo spirito della Giornata è soprattutto di allegria, nel segno di cortei, concerti, spazi di creatività ed espressione giovanile. Nulla a che vedere quindi con le altre manifestazioni del 17 novembre, né alcun timore di infiltrazioni di ultrà in nome del tifoso laziale ucciso. “Saremo in piazza - continua il portavoce della Rete degli Studenti - per difendere i diritti degli esclusi, dei più deboli, dal nostro vicino di banco fino alle migliaia di studenti africani che a scuola non possono andare. Per noi è soprattutto un momento di festa”.
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