(FinOcchio Blog) In una pagina del suo Diario, Etty Hillesum commenta l'ennesimo provvedimento antiebraico dicendo a se stessa qualcosa come "va bene, vogliono annientarci, ne prendo atto definitivamente e non darò più fastidio" (non ho qui il libro). Si avverte persino una forma di paradossale sollievo in questo atroce congedo dalla timida speranza che i nazisti si sarebbero accontentati di segregare e discriminare. Io, a proposito di Chiesa cattolica e gay, non ci ero ancora arrivato a questo punto. Cioè, pensavo di sì, ma quando ieri sera ho letto della visita programmata dal vescovo Agostinelli all'Arcigay di Grosseto mi sono commosso. Sarà stata la stanchezza, o il fatto che i ragazzi di quella città mi provocano sempre un certo languore motivato dal cumulo di vacanze fatte lì vicino. Terminato l'articolo ho farfugliato, scoprendomi la voce roca, "magari basta parlarsi", piano, temendo che F. mi facesse a fettine, esattamente come avrei fatto io se ad emozionarsi fosse stato lui. Dopo tanti anni, le idee e i sentimenti transitano dall'uno all'altro, e facciamo fatica a ricordare chi ha sostenuto o provato una certa cosa.
Poi oggi i quotidiani hanno ristabilito al giusto posto il mio sdilinquimento: Agostinelli non ci andrà all'Arcigay. Sarebbe una forma di riconoscimento, come per lo stato trattare con le Brigate Rosse (è il post degli accostamenti arditi, ma succede così quando non me li cucino per mesi).
La Chiesa può incontrarci solo singolarmente come peccatori, non cittadini che si associano a difesa dei propri diritti ma nuda vita senza qualificazioni, "vita insacrificabile e uccidibile" come l'homo sacer, la figura del diritto romano nella quale il filosofo Giorgio Agamben ha esemplificato la relazione originale che ogni forma di sovranità cerca di stabilire con gli uomini per sottometterli.
Stangl, il boia di Treblinka, che poteva passare la giornata a sorvegliare le file verso i forni, non sopportava invece di assistere al momento in cui si denudavano. L'implicita richiesta della Chiesa di poterci incontrare solo se rinunciamo a ciò che invece ci definisce come cittadini, mi ricorda questa sera, sulle ceneri ancora calde delle speranze che nemmeno credevo di avere, la spoliazione di ogni residuo di umanità prima dello sterminio nei campi. Esagero di sicuro, sono sempre un po' troppo sentimentale alla sera.
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