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domenica 17 febbraio 2008

Forza Italia lancia la «casa del sesso». Monolocali con videotelefono e massima discrezione.

La regolamentazione della prostituzione secondo Bellomo. La dettagliata proposta fissa anche il numero minimo di prestazioni.

(Alto Adige) Né casa chiusa né eros center, ma solo una “regolamentazione” del fenomeno prostituzione. Pino Bellomo, consigliere comunale di Forza Italia, usa quest’eufemismo per proporre con un documento voto, la creazione a Bolzano di un moderno bordello o più romaticamente, casa dell’amore. La proposta in sé non è nuova. Viene avanzata periodicamente da qualche consigliere. La novità è rappresentata dal fatto che il consigliere azzurro ha già messo a punto il regolamento di gestione e accesso alle case del sesso a pagamento. All’amministrazione si chiede di mettere a disposizione il terreno per costruire uno o più condomini composti da monolocali. La zona dovrebbe essere “protetta” da sguardi indiscreti (leggi mogli, fidanzate, amiche) con un alto muro di cinta e l’amministrazione dovrebbe rilasciare le licenze per bar, negozi, ristoranti e ambulatori, in modo da garantire servizi e riservatezza.
Bellomo ha pensato a tutto, parcheggi compresi. Per i clienti delle prostitute ci sarebbero ampi spazi per le macchine.
La casa, Bellomo, la “disegna” così: all’ingresso, una sala che dovrebbe essere una sorta di ufficio informazioni. Poi una serie di cabine dotate di videotelefono, con cui il cliente tratterebbe direttamente le condizioni e le modalità del rapporto.
Il consigliere azzurro ha elaborato anche la bozza di contratto, dove tutto è codificato anche il fatto che “le condomine - così vengono chiamate le prostitute - dovrebbero garantire - conditio sine qua non - un numero minimo di prestazioni mensili, per evitare che la struttura diventi una seconda casa”.
Non solo doveri però. Alle condomine verrebbe “riconosciuto” il diritto di fissare il prezzo delle prestazioni e di rifiutare il rapporto se il cliente che appare sullo schermo del videocitofono non convince. Al Comune pagherebbero oltre alle tasse normali anche quelle fissate in base alla specifica attività: in sostanza verrebbe introdotta la tassa sesso.

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2 commenti:

Irene ha detto...

Secondo me l'idea non è male. Il punto non è se la prostituzione sia o meno eticamente corretta, questo rimane alla scelta del singolo, l'importante è che non ci sia sfruttamento. Questo progetto mi sembra tuttavia assolutamente inattuabile in un paese che non riconosce i Dico e, se posso aggiungere, continua a sconvolgermi il ricorso così smaccatamente utilitaristico che Forza Italia e compagnia bella fa della Chiesa: se serve a sferrare un colpo alla sinistra, si stringono sotto il suo vessillo, quando si propongono idee come questa, di colpo se ne dimenticano.

Irene ha detto...

Secondo me l'idea non è male. Il punto non è se la prostituzione sia o meno eticamente corretta, questo rimane alla scelta del singolo, l'importante è che non ci sia sfruttamento. Questo progetto mi sembra tuttavia assolutamente inattuabile in un paese che non riconosce i Dico e, se posso aggiungere, continua a sconvolgermi il ricorso così smaccatamente utilitaristico che Forza Italia e compagnia bella fa della Chiesa: se serve a sferrare un colpo alla sinistra, si stringono sotto il suo vessillo, quando si propongono idee come questa, di colpo se ne dimenticano.