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domenica 17 febbraio 2008

Bisessualità: per le donne non è una semplice fase di transizione.

Nella foto Madonna e Britney Spears.
(Paola Pagliaro - Medicina live) La bisessualità nelle donne sembra essere un distintivo orientamento sessuale e non una fase transitoria o sperimentale che alcune donne adottano nel loro percorso verso il lesbismo. O perlomeno questo sembra evincersi dai dati raccolti nella ricerca pubblicata dalla American Psychological Association.

Lo studio, effettuato su un campione di 79 donne non più eterosessuali da almeno 10 anni, ha rilevato che le donne bisessuali mantenevano un andamento stabile di attrazione per entrambi i sessi. Inoltre, la ricerca sembra aver rovesciato lo stereotipo che le donne bisessuali siano disinteressate o incapaci di impegnarsi a lungo termine in delle relazioni di tipo monogamico.

Questa ricerca fornisce il primo esame empirico per formulare ipotesi circa la natura della bisessualità, intesa come un marchio di identità sessuale e come un modello di non esclusiva attrazione sessuale e di comportamento“, scrive la psicologa Lisa M. Diamond, psicologa della Università di Utah che ha condotto lo studio. “I risultati dimostrano una notevole fluidità delle attrazioni delle donne lesbiche verso un orientamento bisessuale, e contribuisce inoltre ad aiutare i ricercatori nella comprensione della complessità delle minoranze con comportamento sessuale che va oltre il ciclo di vita“.

Diamond ha utilizzato il metodo dell’intervista svoltasi in cicli di cinque sedute e ha raccolto i dati da 79 donne che si dichiaravano lesbiche e/o bisessuali da almeno un decennio.
L’età dei soggetti sottoposti al test variava tra i 18 ed i 25 anni. Ecco i principali risultati ottenuti dall’indagine della dottoressa Diamond:

  • Le bisessuali avevano più probabilità delle lesbiche di cambiare la loro identità nel corso dello studio, ma avevano la tendenza a passare da un’identità bisessuale ad una non definita, piuttosto che a risolvere in lesbiche o eterosessuali.
  • Il 17% degli intervistati è passato da una bisessuale o eterosessuale ad un’identità non definita durante lo studio ma più della metà di queste donne è commutata al bisessuale o non definita entro la fine.
  • Nei dieci anni sotto inchiesta la maggior parte delle donne erano state coinvolte in rapporti a lunga durata (ad esempio, più di un anno) di tipo monogamico: il 70% delle auto-identificate lesbiche, l’89% delle bisessuali, l’85% delle donne eterosessuali e il 67% delle non etichettate, entrate poi a far parte della schiera delle eterosessuali.
  • Il 15% delle donne che si sono identificate come lesbiche, all’ultimo seduta di colloqui hanno riferito di aver avuto contatti sessuali con un uomo, nel corso degli ultimi due anni.
    Al contrario, nessuna delle donne che si erano riconosciute nell‘eterosessuale ha riferito di aver avuto contatti sessuali con una donna, nei due anni precedenti.

Questo fornisce un ulteriore sostegno per l’idea che la sessualità femminile è relativamente fluida e mutevole, e che la distinzione tra le donne lesbiche e bisessuali non è una classificazione rigida bensì flessibile e suscettibile di cambiamenti”, ha dichiarato nelle sue conclusioni la Diamond.

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