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giovedì 4 settembre 2008

Troppa legggerezza? Quando il gay diventa "velina".

(Max Forte) Queerblog a parere nostro nel suo articolo "Il vigile gay, la disinformazione e la sanzione" su Fabrizio Caiazza tratta l'argomento in modo troppo leggero, superficiale, omettendo un fatto particolarmente importante, anzi, fondamentale e mettendosi loro stessi dalla parte di chi disinforma.

Manca un pezzo.
Il nostro simpatico ghisa, forse per ingenuità o forse per furbizia sua o di qualcun'altro (in quest'ambiente c'è sempre un furbacchione..) ha posato con la divisa d'ordinanza per la foto di copertina di Clubbing di maggio (che vedete sopra e che potete scaricare qui, qui e qui).
Ma non solo, un articolo all'interno, a pagina 40, aveva il titolo che recitava in questo modo; "Fabrizio Caiazza in divisa". Tutti noi sappiamo quanto la divisa "titilli" l'immaginario gay ed il titolo, contava probabilmente soprattutto su quello. Un articolo che, a dire la verità è abbastanza insipido e non gli fa certo un bel servizio ma dove però compare anche l'indirizzo della pagina su Gaydar del nostro vigile con un nick particolarmente indicativo nonchè evocativo: Poliziottobonomi. Ci sembra quindi di capire che il nostro vigile forzi un poco la mano sul suo essere un membro delle forze dell'ordine... Oh no?

Clubbing nell'ambiente gay milanese è un giornaletto particolarmente conosciuto, è un mensile distribuito gratuitamente un pò dappertutto, locali, saune, circoli culturali, pornoshop, ecc. Probabilmente a voi è sfuggito quel particolare di una certa rilevanza della foto del nostro vigile in divisa.
E domandiamo se questo secondo voi non è grave? La divisa si indossa in servizio e non per andare al bar o in un supermercato o ad un ballo mascherato ne tantomeno in un "un servizio fotografico" a meno che questi non sia stato preventivamente concordato con i propri superiori o con l'ufficio stampa del Corpo dei Vigili Urbani. Ciò che fa in borghese il nostro simpatico, e lo ribadiamo probabilmente ingenuo vigile, sono sacrosanti affari suoi, ma ciò che fa in divisa no.

Caiazza è un Vigile Urbano con tanto di numero di matricola, divisa e quindi obblighi precisi contemplati in un regolamento che ha sottoscritto all'atto del suo arruolamento. Cerchiamo di mettere parole e fatti al proprio posto, il nostro vigile non è una velina e come tale deve essere lui il primo a rispettare e difendere le sue prerogative, insegne, doveri e diritti e tra i suoi diritti non c'è quello di trattare la divisa come un generico capo d'abbigliamento del suo guardaroba personale. Quella divisa non è sua è del Corpo dei Vigili Urbani dei milanesi e tra questi anche i gay milanesi.

Insomma informatevi ed informate meglio. Per quanto riguarda il futuro di Fabrizio Caiazza se incorre in qualche sanzione o guaio ben peggiore non possiamo che concludere con questa considerazione: Se l'è cercata e soprattutto stia attento ai furbacchioni! A lui comunque la nostra simpatia e solidarietà umana.
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Aggiornamento.
La foto che è comparsa sulla copertina di Clubbing, pare facesse parte di un servizio fotografico commissionato dal Corpo dei Vigili Urbani di Milano per il loro calendario 2008. A l corpo negano che Caiazza ne abbia fatta esplicita richiesta per il loro utilizzo. Il che aggrava ulteriormente la posizione di Fabrizio Caiazza e forse tira in ballo giudizialmente anche l'editore di Clubbing.

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