(Davide Maggio - Foto: Delia Woelhert) Giovedi 4 settembre ritorna su Canale 5 Distretto di Polizia. Ebbene sì, dopo nove anni e otto edizioni, Distretto di Polizia ritorna con le solite premesse: nuove storie, nuovi personaggi, nuove avvincenti trame; e con un obiettivo preciso: arrestare la comprensibile, a tratti inevitabile (siamo all’ottava serie), parabola discendente che ha investito la serie.
Dopo lo scialbo commissario interpretato da Massimo Dapporto (ancora oggi sfuggono i motivi della scelta di un attore “anziano” in un cast e in una serie “giovane”), quest’anno il capo è Luca Benvenuto (interpretato da Simone Corrente), il poliziotto gay (”e venne il momento in cui il realismo lasciò spazio al pedagogismo”..) presente fin dalla prima edizione. Ad onor del vero, Luca è commissario pro-tempore in attesa che venga nominato il nuovo dirigente.
La consueta linea orizzontale, quella che negli anni ha caratterizzato Distretto, quest’anno appare più lineare e semplice ma comunque promettente. Infatti, l’elemento scatenante della “caccia ai cattivi” è… l’assassinio, nel bel mezzo di una rapina, di Irene Valli, ispettrice del X Tuscolano e fidanzata del collega Alessandro Berti (interpretato da Enrico Silvestrin). Ciò porterà ad un’inevitabile commistione tra sentimenti personali e doveri professionali capace di innescare nuove e interessanti dinamiche tra i poliziotti del Distretto.
A rimpiazzare la scomparsa del personaggio interpretato da Francesca Inaudi troviamo Anna Foglietta che interpreta Elena Argenti, vecchia amica di Irene, già vista nel finale della scorsa stagione. Elena, orfana di entrambi i genitori, vive insieme al fratello venticinquenne, Marco, in preda ad un improvviso e oscuro cambiamento. Marco, infatti, a causa di debiti di gioco è entrato a far parte di una banda di rapinatori ed è direttamente responsabile, o crede di esserlo, della morte di Irene.
L’agente Anna Gori (interpretata Giulia Bevilacqua), invece, dopo un momento difficile troverà un nuovo grande amore in un chirurgo interpretato dall’ex “fattore” Clemente Pernarella.
Distretto di Polizia, ad oggi, nonostante cali di ascolto e di consensi, resta un unicum nel panorama italiano della fiction poiché è più vicino (o forse meno lontano) di altra serialità nostrana agli standard americani: ha (o ha avuto?) infatti personaggi ben definiti, cast azzeccato, storyline coinvolgenti. Non è chiaramente esente da difetti, come la prevedibilità o poca credibilità delle dinamiche tra i personaggi (esempi? un posto di lavoro dove sembrano quasi non esistere gerarchie, le storie d’amore tra colleghi) o l’eccesso di “politically correct” ( tutti buoni e bravi i nostri poliziotti, il gay poco “gay” sempre sul punto di “redimersi” sulla via dell’eterosessualità) è giunto all’ottava serie, record per una fiction lunga italiana.
A tal proposito si spera che l’accanimento terapeutico che Canale 5 ha riservato ad alcune serie prolungate all’inverosimile (Carabinieri su tutte) non si verifichi. Attualmente la serie, nonostante la suddetta crisi, gode ancora di discreta salute: gli ascolti seppur in calo sono al di sopra delle media di rete, uno zoccolo duro di spettatori la rende un buono strumento di controprogrammazione e alcune potenzialità inespresse potrebbero dare nuova linfa alla serie (ad esempio potrebbe diventare più “dura”). Certo è che se non si “invertisse la rotta” una scelta sensata potrebbe essere quella di varare una stagione conclusiva in modo da non cancellare ciò che di buono è stato fatto negli anni.
1 commento:
trovo che distretto di polizia sta' diventando col tempo un po' telenovela , ecco sta' man mano allontanandosi dalla realta'o almeno per quel che si puo' proporre di cio' che avviene in un vero distretto, trovo che "troppa morte " dei personaggi, troppi abbracci ripetitivi e in verita' trovo che sia un bene la solidarieta' , ma e' troppa, ogni volta che avviene un incidente c'e' la routine degli abbracci( e stai li' ad assorbire quei minuti di abbracci...ripetitivi! ma non potrebbero andare via dal distretto per altre ragioni ? , con i protagonisti negli anni ci si affeziona e quindi mai si vorrebbe l'esclusione degli attori( che alla fine sono azzeccati ai personaggi,giovani e poi l'ispettore giovane e Gay perche' quasi quasi si sta' inoltrando nell'eterosessualita'? che male c'e' se rimane come e' anzi si dovrebbe rendere piu' protagonista in questa versione ( se avesse avuto movenze femminili molto marcate gay allora sarebbe un distretto di polizia in versione comica!) ma cio' non avviene e quindi ad alcuni telespettatori si fa' credere che dall'omosessualita' si puo' anche "guarire" come se fosse una malattia! distretto di polizia e' una delle fiction migliori sul mercato e niente a che vedere con la serie Carabinieri che non e' altro che una fiction molto mielata con quei sguardi incrociati da adoloscenti, gli episodi sembrano quasi racconti di favole, basta con sti' carabinieri!
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