(Federico Biglieri - Il secolo XIX) La psiche femminile, in pratica quanto di più imperscrutabile esista nell’universo. Tanto contorta quanto adorabile. Soprattutto quando il discorso scivola su amore e sesso, le due facce della stessa medaglia: quella della seduzione.
Una statistica di qualche giorno fa ha sentenziato l’impennata delle “divise” (Polizia, Carabinieri e Aviazione su tutte) nei sogni proibiti del gentil sesso. La motivazione più diffusa: danno sicurezza.
In un momento particolare della società moderna dunque, dove è l’apparenza a dispensare felicità e autocompiacimento, si scopre che le donne risultano essere sempre più sole, alla disperata ricerca di protezione esterna. Disposte a tutto pur di ottenerla. Anche a pagare.
Quella dei gigolò infatti non è una realtà presente solo nei film di Richard Gere o nelle periferie chic della Milano bene. Anche distinte signore savonesi ricercano prestanti fusti per trascorrere una serata da principesse. Parola di Zac. «Ho una dozzina di clienti “fisse” nella provincia. Più alcune occasionali, quantificabili in una trentina all’anno. Tutte divise tra Savona città e il ponente, soprattutto Alassio e Albenga».
Zac è un ragazzo italotedesco di 33 anni. Arrivato in Italia ventenne e senza un soldo, ha iniziato subito a vendere il proprio corpo . «Ora, se mi va proprio male, mi entrano tremila euro al mese». Alto quasi un metro e novanta, carnagione scura, fisico asciutto e allenatissimo, Zac fa la spola tra Torino e Genova, dispensando piacere a signore di tutto il Nord-Ovest. «Di solito mi chiamano donne tra i 40 e i 60 anni, anche se mi è capitato più volte di incontrare over 70. Uno può pensare all’estetica, al sesso, al piacere carnale: nulla di tutto ciò. Le donne a me chiedono serate da “regine”, un po’ di ascolto e tanta tenerezza. Non cercano solo rapporti sessuali, ma antidoti alla solitudine».
Nulla di più lontano quindi dalla prostituzione femminile, con maschi ingordi che cercano piaceri immediati e a basso costo. «Ho vestiti alla moda, una Mercedes Slk e accessori di gran classe. Passo a prendere i miei “tesori” e poi ci spostiamo, per timore di essere scoperti: di solito verso ponente, Sanremo o Nizza. Frequentiamo ristoranti e locali ricercati, e se c’è la volontà di proseguire l’avventura sotto le lenzuola non noleggiamo certo una losca stanza di motel». Per questo la “tariffa” è così elevata. «Per meno di 150 euro non mi muovo. Poi dipende da cosa mi viene richiesto, dai luoghi che si visitano. Ci sono molte variabili».
Unica costante: la capacità di ascolto. «Spesso sono donne belle, ricche e colte. Ma trascurate dal marito, oppure “scottate” da una storia andata male. Donne che non potrebbero sopportare altri rifiuti, altre delusioni. A loro, io regalo un lieto fine». Molta psicologia dunque. Ma qualche episodio “spinto”, a un gigolò, sarà pur capitato. «Noto abitudini particolari, questo sì. Ad esempio, una signora teneva nella borsetta una cornice con la foto del marito, che prima di spogliarsi appoggiava sul comodino per fissarla durante il rapporto. Diffuse anche le “coincidenze simulate”, durante le quali mi fingo un fattorino o un postino che, casualmente, inizia a sedurre la signora che ha aperto la porta, alias la mia cliente. Ma anche queste ultime fanno parte del discorso sulla paura del rifiuto: imitare situazioni reali sapendo già che tutto finirà per il meglio».
Non è un lavoro (regolare), non è un hobby, non è la follia di un momento. «Per me è semplicemente un piacere. Adoro regalare alle donne quello che non trovano nella vita di tutti i giorni». E le donne savonesi cosa cercano più di tutto? Sorride. «Questo non lo posso dire».
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2 commenti:
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