I capomafia gay hanno paura di venire allo scoperto temendo di venire ridicolizzati o uccisi, dice un pm antimafia.
(Daily Telegraph |via Che cosa dicono noi) Antonio Ingroia, che ha aiutato ad assicurare alla giustizia parecchi boss, dice: "Essere gay é ancora un tabú per la societá italiana in generale, figuriamoci per la mafia, che é un'organizzazione arcaica. "Questi boss devono nascondere la loro omosessualitá; hanno paura perché rischiano di venire ridicolizzati ed uccisi."
Ingroia dice che la mafia americana ha "piú larghe vedute sui gay e quindi i boss gay possono venire fuori."
I tempi sono senz'altro cambiati. Nel 2003, un pentito dichiaró in un processo a New York che il capomafia gay, sulla cui famiglia é basata la serie dei Soprano, fu ucciso dai suoi stessi uomini perché questi temevano che la famiglia diventasse ridicola agli occhi del mondo nascosto della criminalitá organizzata.
Anthony Capo disse al processo: "Nessuno ci rispetterá se abbiamo un boss gay omosessuale che si siede a discutere sui business di Cosa Nostra."
John "Johnny Boy" D'Amato (a fianco), capo della famiglia De Cavalcante, la piú grande nello stato del New Jersey, fu ucciso a colpi d'arma da fuoco nel 1992 in seguito alle dicerie sul fatto che avesse relazioni con altri uomini.
Capo disse alla corte: "Fu uno shock per me che potesse comportarsi in quel modo - era un vero leader."
Ingroia, che opera a Palermo, la roccaforte della mafia siciliana, ha anche invitato il papa Benedetto XVI a prendere posizioni piú dure contro la mafia.
Il suo predecessore, Giovanni Paolo II, é vivamente ricordato per le sue condanne contro la mafia, il cui esempio piú significativo fu una visita in Sicilia nel 1993, quando avvisó i suoi membri che anche loro, un giorno, avrebbero "affrontato il giudizio divino".
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