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martedì 15 luglio 2008

Fuggita dalla Turchia è stata operata alle Molinette. "Io, rifugiata politica per diventare donna".

"Mia madre e le mie sorelle si sono vergognate di me, non potevo più studiare".
(Marco Accossato - La Stampa) Jasmine, finalmente, è una donna felice. Realizzata e serena, dopo essersi liberata di un corpo che non sentiva suo e di una famiglia, di un Paese, che l’hanno rifiutata e costretta a fuggire.
Soltanto la voce è quella di un tempo. Voce di donna fumatrice. Laureata in Chimica a Istanbul, rifugiata politica nel nostro Paese dal 2005, Jasmine Emily Tayfun, 36 anni, ha completato a Torino la sua trasformazione: ha cambiato sesso, ottenuto una nuova identità, conquistato un’altra vita. E’ diventata donna. Come sentiva di essere già a 20 anni, in Turchia, quando ha iniziato da sola, di nascosto, la terapia ormonale per far crescere il seno.

Dodici anni di tormenti vissuti con l’unica certezza di non voler diventare uomo e la consapevolezza di sfidare tutti, non solo la religione. Lo scontro con la realtà è stato terribile: «Mia madre, per sfuggire a una vergogna simile in un Paese che rifiuta i transessuali, appena ha visto il mio corpo cambiare mi ha portata in ospedale e lì mi hanno operata, togliendomi tutto, come avessi un cancro». Tutto, «purché tornassi piatta», purché restasse uomo fuori.

Jasmine non ha accettato, «ho sofferto moltissimo, ma non ho potuto oppormi». Finché a 29 anni ha trovato la forza di fare le valige: ha lasciato il proprio Paese dopo la laurea ed è partita per l’Olanda. E di qui in Italia, dove è stata indirizzata alla Clinica urologica diretta dal professor Dario Fontana, che negli ultimi tre anni ha eseguito trenta interventi identici, trasformazioni da uomo a donna (28 casi) e da donna a uomo (2 casi).

Padre pensionato, madre agguerrita contro il suo desiderio di diventare donna, Jasmine ha vissuto anche il trauma del rifiuto delle sorelle, che non hanno mai appoggiato la sua scelta: «La più grande, che ha 33 anni e vive in Germania - dice Jasmine - ripete ancora oggi che non avrà mai il coraggio di presentarmi al suo fidanzato. Che si vergogna di me e della mia trasformazione».
Jasmine è una donna forte. Ha resistito a chi si opponeva e non è caduta nella trappola della prostituzione, per ottenere i soldi necessari a scappare: «Le umiliazioni - ricordano - non erano solo quelle in casa: all’Università i professori mi dicevano che con il seno non avrei più potuto entrare in aula. Che non mi avrebbero più permesso di studiare. Anche la polizia, quando mi fermava in strada, mi maltrattava».

Jasmine è riuscita a completare gli studi, ha persino insegnato Chimica in una città ad Est della Turchia. Ma il suo sogno, il suo primo e unico desiderio, si è realizzato il giorno in cui è partita per arrivare in Italia: «A Roma ho conosciuto don Ciotti e l’associazione Libera. Mi hanno accolta senza giudicarmi. Mi hanno aiutata a trovare una casa, e soprattutto a non vergognarmi, ad andare avanti».

Il tribunale ha detto sì. In Italia il cambiamento di sesso è regolamentato dalla legge, poiché l’asportazione degli organi della riproduzione è vietata, senza patologie. Ma non c’è stato alcun ostacolo: Jasmine è stata portata in sala operatoria per un intervento durato cinque ore. I suoi organi, ora, sono quelli di una donna. Fiera di dirlo: «In Italia sono rinata».

L’intervento è stato eseguito dall’équipe della seconda clinica urologica alle Molinette, diretta dal professor Dario Fontana. Ma Jasmine è stata seguita anche dagli specialisti dell’Endocrinologia diretta dal professor Ezio Ghigo e da quelli della clinica psichiatrica del professor Filippo Bogetto. «Mia madre e le mie sorelle non sanno ancora dell’operazione. E non lo sapranno finché non avrò ottenuto la cittadinanza italiana e la riconversione della laurea». Soltanto allora sarà iniziata pienamente la sua seconda vita.

Il centro
Il Centro Interdipartimentale per i Disturbi dell’Identità di Genere, alle Molinette, ha compiuto tre anni e ha ottenuto ieri il riconoscimento di centro di riferimento regionale. Ha permesso a molte persone provenienti da diversi Paesi del mondo di realizzare il sogno di cambiare sesso. Le sale operatorie sono state visitate da chirurghi francesi, americani, inglesi, iraniani e ogni anno gli interventi vengono seguiti dagli urologi che frequentano il Master universitario di Andrologia diretto dal dottor Luigi Rolle.

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