Critiche contro la decisione di negare piazza San Giovanni e il mancato patrocinio. Fabrizio Marrazzo, Arcigay, denuncia «Neofascisti hanno tentato irruzione». La deputata del Pd Paola Concia e il giornalista Stefano Campania hanno unito simbolicamente due coppie omo.
(Il Corriere della Sera) Un gruppo di «30-40» estremisti di destra «vestiti con giacca e cravatta» hanno cercato di «irrompere» nel corteo del gay pride romano sventolando «bandiere nere con croce celtica». Lo ha segnalato il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo, sostenendo che il gruppo è stato bloccato dalle forze dell'ordine. Il tentativo di irruzione, ha detto ancora Marrazzo, è avvenuto a Piazza Venezia all'incrocio con via dei Fori imperiali, nei pressi dell'altare della patria. Verso le 18,30 almeno una bandiera nera era ancora visibile a piazza Venezia.
VI ACCOLTELLIAMO - «Erano una ventina di persone vestite in giacca e cravatta e ci hanno detto: vi accoltelliamo tutti». È il racconto di un ragazzo che ha partecipato al gay pride romano e che dice di aver assistito alla «incursione dei fascisti» durante il corteo. «Ci hanno detto - ha proseguito - che dovevano andare ad un matrimonio e invece ci volevano aggredire». «Li conosciamo - ha detto un altro ragazzo dal carro dei centri sociali ('Strike', 'La Torre', 'Forte Prenestino') - sono i fascisti del Circolo Futurista e di Casa Pound, volevano rovinarci la festa ma li abbiamo fermati». Secondo altri testimoni «durante l'incursione» sarebbe stato spintonato e buttato a terra anche un ragazzo.
GUERRA DI CIFRE- «Siamo 500.000, mezzo milione». È questa la stima della partecipazione al corteo del gay pride romano fornita dal presidente del Circolo di Cultura omosessuale, Rossana Praitano, che è tra le organizzatrici della manifestazione, quando la testa del corteo è arrivata in via dei Fori Imperiali. Secondo le forze dell'ordine, invece, la stima è di non oltre 10.000 partecipanti. Dai carri continua ad essere trasmessa musica techno, ma c'è anche spazio per «classici» degli anni Sessanta. Molti i fischietti e le bandiere con i colori della pace. Dopo quindici anni di giunte di sinistra o centrosinistra, è la prima volta che il Gay Pride romano si svolge mentre al Campidoglio siede un sindaco di destra, l'ex ministro Gianni Alemanno, che nelle scorse settimane ha preso le distanze dall'iniziativa. Ma nei mesi scorsi, quando era ancora primo cittadino il leader del Pd Walter Veltroni, le associazioni omosessuali avevano polemizzato anche col centrosinistra accusato di subire le pressioni del Vaticano per il mancato voto a una mozione che chiedeva di istituire nella capitale un registro delle coppie di fatto.
«CARFAGNA NUDA» - Il corteo, partito con le note della canzone dell'Equipe 84 «Tutta mia la città», terminerà a piazza Navona attraversando via Cavour, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, via delle Botteghe Oscure, largo di Torre Argentina e corso Vittorio Emanuele. Su uno striscione è scritto: «Carfagna nuda sui calendari, noi spogliati di tutti i diritti». E poi: «Politici servi ipocriti», «Chiesa di potere, Cristo in cui credete vi piglierebbe a tutti a calci nel sedere», «No Vat, più autodifesa meno Vaticano». Tante le bandiere rosse e gialle dell'Unione atei e agnostici razionalisti (Uaar) che espongono cartelli con scritto «Ai gay la piena cittadinanza, ai loro nemici cure psichiatriche» e «Sbattezziamoci tutti». Su alcune magliette si legge «Meglio frocio che fascista».
A MILANO - Aperto dallo striscione 'Ma non togliamo il disturbo', anche a Milano è partito il corteo del Gay Pride, da corso Venezia a piazza Castello. Distribuiti foglietti bianchi adesivi con una X rossa che i manifestanti dovranno attaccare sulla bocca passando in piazza Duomo. «È la nostra forma di protesta - ha detto Aurelio Mancuso, presidente Arcigay - per ribellarci a chi vorrebbe ridurci al silenzio». Il corteo è formato cinque carri addobbati di palloncini e festoni e motivi luccicanti. Molte le bandiere della sinistra democratica, di sinistra critica e dell'Arcigay. «Gli italiani ci obbligano a prostituirci - noi vogliamo un lavoro diurno». È il cartello portato da un transessuale della Fenice, associazione nazionale Transex e Transgender al corteo dei milanese. «Siamo tra le categorie più discriminate e prese in giro - hanno detto - ci trattano come delle caricature, ma noi siamo solo delle persone normali che vogliono un lavoro normale».
«IL PIÙ OSTEGGIATO» - «Quello di quest'anno è il Pride più faticoso e senza dubbio il più osteggiato: abbiamo ricevuto due schiaffi, il 'no' a piazza San Giovanni e il 'no' al patrocinio del Comune ma, come potrete vedere tutti, anche quest'anno sarà una festa» ha detto il presidente del Circolo di Cultura omosessuale, Rossana Praitano, tra gli organizzatori del Pride capitolino che sta per partire da piazza della Repubblica per arrivare a piazza Navona. «Le motivazioni dell'evento di quest'anno - prosegue - sono le stesse degli scorsi anni ma il motto scelto è 'Testardamente parità, dignità, laicità' proprio perché, nonostante gli ostacoli, siamo riusciti a portare a termine l'organizzazione. Arriveremo nel cuore della città con caparbietà e con la ragione dei giusti».
STATO LAICO - «Questo Pride si svolge in un clima politico particolare, quindi è più che necessario per riaffermare l'idea di uno Stato laico, dove la laicità rappresenta lo spazio neutrale e dove la libertà e l'uguaglianza garantiscono i diritti per tutti - ha detto, a Ecotv, Franco Grillini del Partito socialista -. Noi siamo la vera medicina per la libertà, il Gay pride è l'unico antidoto per la libertà». E Benedetto Della Vedova, esponente del Pdl: «Oggi vivere l'omosessualità in coppia stabile è un fenomeno diffuso e ampiamente accettato, quindi secondo la mia visione dovrebbe avere un riconoscimento giuridico. In Italia l'omosessualità è una questione importante, ma ancora irrisolta. Non escludo, e me lo auguro, che ci siano sorprese positive durante questa legislatura a tal riguardo».
PIAZZA SAN GIOVANNI - Critica la decisione della Questura di vietare il passaggio in piazza San Giovanni e il mancato patrocinio il ministro-ombra per le Pari opportunità, Vittoria Franco: «Sono decisioni gravi che segnano passi indietro preoccupanti per i diritti degli omosessuali. Siamo convinti che occorra garantire con leggi i diritti degli omosessuali, che ancora oggi subiscono violente discriminazioni nella loro vita di tutti i giorni, sul lavoro». Polemici anche Rita Bernardini, deputata radicale del Pd e segretaria di Radicali italiani e Sergio Rovasio, segretario dell'associazione 'Certi Diritti': «Giudichiamo questo diktat imposto dalle autorità un pericoloso precedente che nega il diritto costituzionale a manifestare liberamente il proprio pensiero. Il diniego della Prefettura e Questura di Roma di utilizzare piazza San Giovanni come punto d'arrivo della manifestazione è del tutto ingiustificato. Per queste ragioni, parteciperemo al Gay Pride di Roma e alle 20.30 ci imbavaglieremo davanti all'ingresso della basilica di San Giovanni, nella stessa ora in cui il coro pontificio 'Traditio et Confessio' inizierà i suoi canti».
«SI VA ALL'INDIETRO» - «Finalmente sui temi dell'omosessualità l'Italia si sta muovendo, ma all'indietro perché non solo, dopo 14 anni che organizziamo il Gay Pride, discutono sull'opportunità di farlo o no, ma ora mettono bocca anche sulla modalità di come farlo» attacca l'ex deputato di Rifondazione comunista Vladimir Luxuria, che partecipa al corteo. «Ora in Italia la prostituzione viene considerata una manifestazione contro la pubblica moralità, presto anche l'omosessualità sarà considerata un reato». Per l'esponente di Rifondazione «questo continuo pendolo tra destra e sinistra ha finito per far vincere le componenti cattoliche che hanno colonizzato i due schieramenti».
I VIDEO DEI GYPRIDE DI ROMA E MILANO.
«ORGOGLIO DEL MALE» - Tra le voci contrarie, quella del gruppo politico cattolico 'Militia Christi'. All'alba alcuni militanti hanno affisso su un muro di via Cavour, nel centro della capitale, lungo il percorso del «vergognoso Gay Pride», uno striscione con scritto «Roma è sacra: no al Gay Pride, orgoglio del male!». «L'azione è un piccolo, ma significativo gesto di condanna e opposizione all'ennesimo nefasto evento che offende Roma, la sua storia, la sua identità, i suoi abitanti» spiega il gruppo in una nota.
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