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martedì 20 maggio 2008

Gaypride/Carfagna. Boniver: I ministri del governo Prodi andavano in piazza al Gaypride a protestare invece di fare la loro parte in Parlamento

GAY PRIDE/ CARFAGNA,MEZZA RETROMARCIA MA NON SI TOCCHI LA FAMIGLIA
Critiche sul ministro che bolla parata come esibizionista.

(Apcom) L'Herald Tribune le dedica due colonne a pagina tre dal titolo non certo lusinghiero: "Un ministro della destra italiana attacca i gay". Mara Carfagna è da due giorni sotto il fuoco incrociato di tutta la sinistra, del Pd, delle associazioni di omosessuali e Glbt. Nel Pdl sono più i silenzi che le difese anche se oggi il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto ha bocciato come "illiberale" l'attacco al ministro. Tutto nasce dalla teoria illustrata dalla titolare delle Pari Opportunità secondo la quale "i gay non sono più discriminati" e dalla decisione di non concedere il patrocinio al Gay Pride, previsto per il 28 giugno a Bologna. Sulla prima parte dell'assunto oggi si è registrato un dietrofront.

Prima della marcia indietro è soprattutto il mondo cattolico a difendere la Carfagna: Avvenire giudica la sua scelta sul patrocinio "non solo legittima, ma opportuna" ricordando "i toni esasperati e gli insulti lanciati nelle edizioni passate". Sulla stessa linea anche il Forum delle Famiglie e i genitori del Moige. Ma per il resto è una pioggia di critiche. Tanto che a metà pomeriggio il ministro decide di dire la sua e con una nota del ministero fa sapere di essere impegnata contro ogni discriminazione ma anche di chiudere la porta sia a parate "esibizioniste" sia a qualsiasi tentativo di equiparare le unioni gay alla famiglia tradizionale.

"Mi corre l'obbligo di precisare - è la puntuta replica del ministro - che è intenzione del ministero che guido combattere ogni forma di discriminazione nei confronti degli omosessuali. Sono cosciente delle tante discriminazioni nelle scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro e credo che l'Italia abbia il dovere di contrastarle con fermezza". Ma, "detto questo il movimento Glbt - prosegue - non può pretendere per le coppie omosessuali né riconoscimenti simili a quelli garantiti alla famiglia né il patrocinio del Governo a manifestazioni che rispondono più a logiche esibizionistiche". I diritti gay? La Carfagna si dice "pronta a discuterne se si tratta di negoziazioni privatistiche e non di riconoscimenti pubblicistici". Quindi disponibilità per combattere ogni discriminazione ma porte sbarrate "se qualcuno intende minare all'unicità della famiglia o dettare l'agenda politica del ministero non potrà che trovare porte chiuse".

Riconoscere che il rischio di discriminazioni esiste non basta a spegnere la polemica tanto che da Franco Grillini, guida storica dell'Arcigay alle deputate del Pd Paola Concia e Pina Picierno è tutto un rincorrersi di dichiarazioni contro il ministro "che fa un passo avanti e due indietro". C'è poi il tema più grande, che è quello di una legge quadro che riconosca i diritti delle coppie di fatto. Tentativo fallito dal governo Prodi sia nella versione, ministeriale, dei Dico sia in quella, parlamentare, dei 'Cus'. Sulla legge lancia la sfida la ministra ombra delle Pari Opportunità Vittoria Franco che promette di "dare battaglia in Parlamento affinché venga approvata una legge sui Contratti di Unione Civile, nella versione equilibrata messa a punto nella passata legislatura dalla commissione Giustizia del Senato".

A difendere la Carfagna, anche se da pulpito laico, la collega di partito Margherita Boniver secondo la quale il ministro "ha espresso un suo parere legittimo anche se non gradito". "E poi, vogliamo parlare veramente dei problemi? Combattere questo tipo di discriminazioni poco ha a che vedere con dare il patrocinio a una parata - insiste la Boniver - e sempre mi hanno stupito i ministri del governo Prodi che andavano in piazza al Gay Pride a protestare invece di fare la loro parte in Parlamento. Della legge sui Dico ho sempre pensato tutto il peggio possibile, era fatta con i piedi...".

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