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martedì 20 maggio 2008

E fu così che il Ministro Carfagna tirò fuori le unghie.

(Falco destro) Basterebbe dare un’occhiata alle schede personali del Ministro Mara Carfagna e dell’ex parlamentare Valdimiro Guadagno, detto Luxuria, per capire da quale parte stia la serietà e la professionalità. Questo è chiaro.

Certo che, però, la giornata di ieri ha segnato veramente un momento storico a suo modo: finalmente il Ministero delle pari opportunità ha finito di essere un luogo di propaganda radicale e femminista (nel senso più deleterio del termine) per diventare qualcosa di diverso, di equilibrato. Di serio, vivaddio.

La Carfagna ha dichiarato di non voler patrocinare il gay pride di Roma del Giugno prossimo, quella stessa manifestazione della quale già il Sindaco di Roma, Alemanno, ha parlato in termini pacati ma fermi. Conseguenza logica e prevedibile: le associaizoni gay, lesbiche, trans e quant’altro, supportate dall’opposizione di sinistra (quella che è stata catapultata fuori dal Parlamento, per intenderci), sono insorte parlando di fascismo, di omofobia, di discriminazioni.

Alte grida sono giunte dal socialista gay Grillini, dalla Pollastrini, ex ministra, e, ovviamente, dal suddetto Vladimiro Guadagno, il quale affermava: “un ministero delle Pari opportunità con a capo Mara Carfagna non intende assolvere al compito di dare e garantire pari opportunita” ed è quindi ”un ministero inutile”.

Risposta della Carfagna: ”Il signor Vladimiro Guadagno confonde il Ministero per le Pari opportunità con l’ufficio stampa e propaganda del movimento lgbt”. Constatiamo con grande giubilo che la Carfagna ha posto la parola fine su un incubo, e non smetteremo mai di ringraziarla.

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