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martedì 15 aprile 2008

Dopo le elezioni: ora tutti al lavoro per i Diritti.

(Cristina Monceri - Secondo protocollo) Finita finalmente la lunga e massacrante campagna elettorale, sancito il vincitore e garantita al Paese una solida maggioranza, non rimane altro che rimboccarsi le maniche e iniziare con lena a lavorare sui punti che maggiormente sono di interesse per quanto riguarda la salvaguardia del Diritto.

Non entreremo naturalmente nel contesto prettamente politico ma ci limiteremo a fare i complimenti ai vincitori e a lanciare nel contempo qualche appello a chi da oggi dovrà iniziare questa nuova avventura politica, a partire naturalmente dal campo che più ci riguarda direttamente, quello cioè dei Diritti Umani e della Cooperazione allo sviluppo, mettendo in risalto quegli argomenti che la nostra organizzazione sta trattando, senza per questo voler apparire come coloro che iniziano a chiedere a man bassa, ma ci terremmo a evidenziare alcuni punti che, secondo noi, sono da affrontare con una certa solerzia.

Sicuramente l’area che più ci interessa è quella riguardante l’estero e quindi (giocoforza) il Ministero degli Affari Esteri, a prescindere da chi sarà il prossimo Ministro degli Esteri anche se (sembra) che Berlusconi abbia fatto il nome di Frattini (ieri sera alla 7), considerando che un ruolo importante lo avranno anche i vice ministri che si spera siano persone dotate di esperienza “sul campo”.

Partendo quindi dagli esteri la prima cosa che ci viene in mente di chiedere è un aumento sensibile delle risorse destinate a questo fondamentale Ministero il quale negli ultimi anni è stato letteralmente cannibalizzato rendendolo di fatto una macchina assolutamente imperfetta e spesso purtroppo inadeguata, pur avendo al suo interno personaggi validissimi e molto preparati. Lo abbiamo visto nella questione riguardante i detenuti italiani all’estero dove, pur essendoci persone veramente valide a seguire le varie e difficili vicende, le risorse che hanno per fare il proprio lavoro sono davvero misere quando non inesistenti.

Sempre in materia di esteri, negli ultimi tempi abbiamo assistito alla progressiva riduzione delle risorse destinate alla Cooperazione allo sviluppo e alla divulgazione dei Diritti Umani, come se questo fondamentale settore altro non fosse che solo un comparto di serie B. A tal proposito vorremmo ricordare che la prima forma di lotta all’immigrazione selvaggia e incontrollata è proprio lo sviluppo locale e la divulgazione dei Diritti in quei Paesi da dove arriva più forte la pressione migratoria.

Occorrerà poi recuperare la posizione che l’Italia merita in seno all’Europa e alle Nazioni Unite, dove il nostro Paese dovrà di nuovo far sentire il proprio peso, specie nelle vicende riguardanti aree importanti del pianeta, quali per esempio il Medio Oriente, il Corno d’Africa (storicamente legato all’Italia) e la lotta al terrorismo e alla povertà, due settori questi molto più legati di quanto si pensi perchè il terrorismo, specie quello islamico, attecchisce dove la povertà e l’ignoranza sono più forti.

Sarebbero tante le cose da dire, ma lo faremo volta per volta che si affronteranno i vari problemi. Per ora ci vorremmo limitare ad augurare al nuovo esecutivo un buon lavoro nella speranza che finalmente la politica riprenda il ruolo che le compete e che abbandoni definitivamente quel modo di fare saccente e arrogante che non accetta critiche da nessuno arrivando a malcelate forme di intimidazione con coloro che, al di fuori da qualsiasi contesto politico, si permettono di evidenziare gli umani errori o, peggio ancora, di criticare le linee politiche incoerenti o pericolose. E’ necessario un confronto aperto e costruttivo tra politica e società civile, un confronto che metta da parte le ideologie e che privilegi gli obbiettivi comuni. Buon lavoro quindi al nuovo Governo e che si inizi subito a garantire il Diritto sia in Italia che all’estero.

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