A «fotografare» il rapporto tra teenager e sesso è un’indagine condotta attraverso un questionario sul sito www.ambulatorio.com. Il primo rapporto sessuale si verifica, per la maggioranza, fra i 16 e i 18 anni
(La Gazzetta del Mezzogiorno) Prima volta a 14 anni per il 13% degli adolescenti italiani. A «fotografare» il rapporto tra teenager e sesso è un’indagine condotta attraverso un questionario sul sito www.ambulatorio.com. Ma se poco più di un teenagers su dieci è «precoce», nella maggioranza dei casi, l’età del primo rapporto sessuale completo è in media intorno ai 17 anni. Dall’analisi di un campione di 2.500 risposte, «abbiamo potuto conoscere i comportamenti sessuali degli adolescenti italiani e confrontarli con quelli dei loro genitori», spiega Italo Farnetani, pediatra e professore a contratto presso l’Università di Milano-Bicocca, che ha condotto il sondaggio. Scoprendo che, di generazione in generazione, aumenta in Italia l’età della prima volta. «Il primo rapporto sessuale si verifica, per la maggioranza dei giovani, fra i 16 e i 18 anni - dice infatti il pediatra - mentre per i genitori era avvenuto prima: per il 20% dei genitori a 14 anni contro il 13% dei ragazzi di oggi». Sembra, inoltre, che per le mamme e i papà con figli adolescenti la principale preoccupazione sia quella delle gravidanze indesiderate. «I genitori auspicano che i figli usino i contraccettivi. E la preoccupazione è tale - sottolinea Farnetani - che più della metà di madri e padri (il 53%) è favorevole all’uso della pillola del giorno dopo».
MAMME E PAPA' DISPONIBILI A USO PILLOLA GIORNO DOPO.
Un «via libera» che si scontra con il parere degli specialisti. Da una recente inchiesta condotta fra i pediatri italiani dallo stesso Farnetani, infatti, era risultato che l’85,7% dei medici che avevano partecipato era contrario all’uso della «pillola del giorno dopo» da parte delle ragazzine. «La convinzione dei genitori, disposti ad accettare uno strumento comunque pesante e che sottopone le figlie a un bombardamento ormonale, testimonia l’esistenza di un problema. Madri e padri sono consapevoli - sottolinea il pediatra - di un rischio reale di gravidanze indesiderate. Insomma, sanno che i figli non sono attenti, non ricorrono a metodi contraccettivi sicuri. Dunque questo testimonia - conclude - che il pericolo fra i giovanissimi è elevato, anche per quanto riguarda le infezioni sessualmente trasmesse».
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