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domenica 6 gennaio 2008

La riflessione. Studenti trasformati in dei gigolò per soldi, sesso, edonismo e ribellione.

(Alberto Giannino- Imgpress) Nel 1980, il film "American gigolò" di Paul Schrader, narrava la storia di Julian Kay (Richard Gere) uno squillo di lusso, lo stallone più pregiato di un'agenzia che procurava compagnie maschili a ricche signore sole. Coinvolto in un omicidio di cui è ingiustamente sospettato, è salvato da una spregiudicata signora che si è innamorata. Ottimo a livello descrittivo, specialmente nella 1ª parte, s'ingolfa quando Schrader vuol mettere a fuoco i personaggi. Richard Gere donatore d'amore come donatore di sangue? A pagamento, comunque. Ebbene, 28 anni anni dopo, leggiamo che a Milano, Roma, Firenze, Torino, e Bologna abbiamo gigolò italiani prestanti che, per soldi, hanno prestazioni sessuali con uomini e con donne. Con gli omosessuali la prestazione minima sarebbe di 50 euro, mentre con le donne la prestazione sarebbe di 150 euro. Senza contare che un week end di tre giorni costerebbe fino 1.000 euro. Il regista Schrader aveva anticipato queste tematiche fin dal 1980 intuendo i problemi giovanili con grande lungimiranza. Infatti i gigolo sono presenti sugli annunci gratuiti delle riviste settimanali delle grandi città, sugli annunci dei quotidiani, frequentano bar dove prendere aperitivi, ristoranti e locali vari per fare approcci, e, infine discoteche e club priveè per concretizzare le conoscenze. La motivazione che adducono questi studenti universitari sono i soldi. I soldi per pagare i libri, l'università, l'affitto della casa, i vestiti griffati, la macchina, la benzina, le ricariche del cellulare e gli spiccioli per tirare avanti. Ecco allora che le analisi correnti sono giuste: i giovani pensano alla carriera, al successo e ai soldi. Avidi dell'avere più che dell'essere, sono materialisti ed edonisti, cioè contrari ai valori spirituali. Non sono contro Dio, ma sono senza Dio. Il benessere, la ricchezza e l'opulenza delle nostre metropoli li costringe a vivere come se Dio non esistesse. Se Dio viene allontanato dal loro orizzonte, cade persino il discorso morale del cristianesimo: il Decalogo e le Beatitudini. E quindi diventa tutto lecito. La sessualità disordinata, l'adulterio, gli atti impuri, la depravazione li riducono sovente al rango animale. Sono ragazzi che se ne infischiano dei valori proposti dalle tre agenzie educative più importanti: famiglia, scuola e comunità ecclesiale. I giovani sono rappresentativi; essi sono la vita nella sua freschezza, nella sua pienezza; essi sono, rispetto al passato, la modernità, l'attualità; rispetto all'avvenire gli scopritori, gli innovatori; sono la speranza. Così è sempre stato; ma oggi la gioventù riveste caratteri ancora più importanti nel contesto sociale, perché sono padroni, cioè sono subito messi in possesso dei beni, di cui la vita moderna dispone, gli strumenti della tecnica, la cultura, il benessere, il giudizio sopra ogni cosa e ogni valore; il vincolo della obbedienza, della norma comune, della dipendenza, nella famiglia, nella società, nella tradizione è allentato fino a diventare quasi inesistente; sono liberi e arbitri di se stessi e tendono ad esserlo anche degli altri; la moda della «contestazione» li seduce, la smania del cambiamento supplisce spesso in loro la consapevolezza dei fini da raggiungere; essi non temono alle volte d'arrivare ad esplosioni di follia. La nostra è un'epoca in cui le vecchie ideologie hanno portato all'odio, al disordine morale e alla disgregazione sociale, si sono rivelate illusorie; la nostra è una società in cui troppi messaggi umani e troppe promesse di facile felicità attraggono i giovani, lasciandoli però poi insoddisfatti e delusi. Questi giovani, non si ribellano ad una visione, che pretende di dare il primo posto e talvolta l'unico posto al profitto economico, al successo, all'egoistica strumentalizzazione degli altri. Essi non contestano una società, che alla loro sete di autenticità risponde spesso con studiate formule di compromessi ipocriti, che al loro desiderio di amicizia e di comunicazione oppone gli schemi di una convivenza basata sull'indifferenza e sullo sfruttamento reciproco, che alla loro volontà di dedizione generosa non sa offrire la prospettiva stimolante di una ragionevole possibilità di lavoro, che al loro bisogno di trascendenza viene incontro con i surrogati dei beni di consumo o addirittura mediante le alienanti evasioni dell'erotismo e della droga. Da qui la vita dissoluta e dissipata che molti conducono all'insaputa dei genitori. da qui il degrado morale e i compromessi con la coscienza. Ci sono, per fortuna, migliaia di studenti che studiano, ma non penserebbero mai a un rapporto mercenario. Evidentemente il discorso morale non fa presa su questi giovani. Per fortuna possiamo contare su milioni di giovani (che sono la maggioranza) che fanno volontariato e solidarietà. Che si dedicano al prossimo e alle opere di carità.Che si battono per la pace ed il progresso dei popoli. Che si battono per la giustizia e per la libertà. Che rispettano il proprio corpo. Che sono giovani sani, belli, ricchi dentro, che possiedono valori positivi (vita, famiglia, la verità, la bontà e la società) da trasmettere ad altri giovani e che finalmente vogliono realizzare la civiltà dell'amore.

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