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giovedì 31 gennaio 2008

Genova. Coppie di fatto, il Pd si spacca.

(Il secolo XIX) Il Partito Democratico ligure si divide sulle coppie di fatto: in mattinata, il vicepresidente della Regione, Massimiliano Costa (ex della Margherita), ha criticato l’apertura fatta dalla giunta di centrosinistra del Comune di Genova alla proposta di creare un registro per le coppie di fatto (più sotto, l’articolo del Secolo XIX).

«Quelle del Comune, pur nel rispetto delle opinioni - ha detto Costa - sono “sparate” che rischiano di avere solo un sapore ideologico, senza alcun vantaggio reale per i cittadini».

Secondo l’esponente regionale del Pd, «il riconoscimento giuridico della coppia è quello sancito dalle leggi dello Stato e dalla costituzione. L’unica coppia che si può chiamare famiglia con i relativi diritti e doveri è quindi quella fondata sul matrimonio»; secondo il vicepresidente della Regione, «le priorità del Paese sono ben diverse da quelle proposte sulle coppie di fatto dibattute nel Comune di Genova». Nessuna reazione, invece e per il momento, da parte dei cattolici della maggioranza in Comune. Ieri il sindaco aveva ricordato che il riconoscimento delle unioni di fatto - per quel poco che il comune ha il potere di fare - rientra tra le politiche familiari previste dal programma.

ALTRE REAZIONI.
Tirreno Bianchi, presidente del gruppo regionale dei Comunisti italiani, attacca Costa: «Il vice presidente della Regione Liguria Massimiliano Costa oggi rilascia alle agenzie stampa una dichiarazione contraria alla recente e sacrosanta decisione del nostro Comune di creare il registro per le coppie di fatto che lo conferma il fervente papista quale è. A suo giudizio (in perfetta sintonia con i vertici più oscurantisti del clero italiano), tale decisione, che tenta di affrontare tante sofferte vicende umane che meriterebbero cristiana comprensione, non risponde alle priorità del Paese. A parte il fatto che i diritti civili sono sempre una priorità di un Paese civile, sarebbe interessante appurare quali siano le “vere priorità nazionali” secondo Costa. Magari l’ingovernabilità gestita attraverso l’accordo di vertice con il Cavalier Berlusconi? L’infelice mossa del gran leader del suo partito, Walter Veltroni, di allearsi con la destra. Questa è la priorità vera del Costa? Lo faceva sospettare la sua esultanza in Consiglio regionale alla notizia della caduta del governo di Romano Prodi».

La Sinistra Arcobaleno osserva: «In Italia sono ormai moltissime le copie, etero o omosessuali, che scelgono forme stabili di convivenza e non intendono o non possono sposarsi. Rispettare e riconoscere diritti a queste famiglie, come avviene ormai in tutta Europa, non toglie nulla a chi fa la libera scelta del matrimonio. Estendere tutele, dare piena assistenza a nuclei che includono spesso anche bambini, è una scelta di semplice buon senso, non una bizzarria del Comune di Genova. Negare la realtà sociale del paese è una pratica figlia di una cultura fondamentalista. La scomunica di Costa, ci pare nei toni più adeguato a una Repubblica islamica piuttosto che a una regione laica e moderna come la Liguria».

«Non mi sorprende che la sindaco abbia in mente persino una sorta di `Pacs alla genovese´. In questi quasi nove mesi la sua amministrazione ha raggiunto il limite del credibile già più volte, in ogni ambito nel quale sia andata ad operare»: il Coordinatore cittadino di Forza Italia, Roberto Cassinelli, commenta così il riconoscimento delle coppie di fatto da parte del Comune di Genova. «È quindi quasi naturale - prosegue Cassinelli - che sia giunta a proporre un’iniziativa che, se moralmente ed eticamente può essere discutibile, e per Forza Italia lo è, non trova neppure una legittimazione politica. Non molti mesi fa il Parlamento nazionale ha discusso e dibattuto di un riconoscimento delle coppie di fatto, omosessuali e non, per poi vedere il progetto arenarsi contro gli scogli rappresentati anche da quei parlamentari di centrosinistra che, fortunatamente, non si sono sentiti di sfidare i secoli di cultura ed etica che fondano l’essenza della nostra Repubblica, né la natura e le sue leggi non scritte». «Scontato» per Cassinelli il no di Forza Italia ad una simile proposta. «Noi crediamo, da laici, nella naturalità della famiglia e quindi della coppia - sottolinea -. Un uomo ed una donna, per stare insieme, non hanno certo bisogno del timbro della sindaco, per loro esiste il matrimonio. E le persone dello stesso sesso che decidono di condividere un percorso di vita comune, e di convivere sotto lo stesso tetto, possono continuare a farlo, in tutta serenità, come fino ad oggi è stato».

L’ARTICOLO DEL SECOLO XIX
Genova riconoscerà le coppie di fatto

di Giovanni Mari
Il Comune di Genova potrebbe presto rilasciare certificati anagrafici alle coppie di fatto. Un documento che attesta la «relazione affettiva» della coppia convivente che ha preferito non ricorrere al matrimonio. Non è altro che l’applicazione di due leggi dello Stato, per altro approvate tra il 1954 e il 1989, in entrambi i casi sotto governi a guida democristiana. Il sindaco Marta Vincenzi si è impegnata a sostenere in consiglio comunale il progetto lanciato da alcune associazioni e partiti del centrosinistra. Ma Forza Italia esprime «preoccupazione per le famiglie».

La norma del ‘54 (legge 1228) decreta che l’anagrafe registra le persone singole, le famiglie e le convivenze; quella dell’89 (220) stabilisce che la famiglia anagrafica è determinata da vincoli matrimoniali, di parentela, di adozione, di attività (caso particolare che si riferisce per esempio alle comunità religiose o militari), di adozione o di tutela nonché da vincoli affettivi. E proprio su questi testi hanno già approvato delibere di giunta e consiglio i Comuni di Bari, Bologna, Padova, Venezia e Ravenna. Su questo spunto, è scattata la richiesta avanzata al sindaco dai Verdi, dall’associazione Linfa (Lega italiana nuove famiglie) e dai consiglieri del Partito democratico.

In caso di approvazione, quindi, nascerà a Genova l’anagrafe delle coppie di fatto. «Abbiamo incontrato il sindaco e abbiamo fatto il punto sulle iniziative da attivare sui diritti civili e il riconoscimento delle nuove famiglie - ha spiegato Luca Dall’Orto, Verdi -. Oggi a Genova esiste il registro ma non l’anagrafe, per cui al momento non esiste una certificazione che porti al riconoscimento dello status di conviventi». Il presidente nazionale della Linfa, consigliere comunale a Padova Alessandro Zan: «A Padova grazie a una delibera del consiglio comunale esiste la famiglia anagrafica basata su vincoli affettivi. Così abbiamo risolto diversi problemi per le coppie di fatto, ad esempio l’accesso agli ospedali per il convivente. Non è un provvedimento civile ma anagrafico - ha aggiunto Zan - vale a dire si rilascia un certificato che attesta la convivenza». La coordinatrice regionale della Linfa, Cristina Morelli, segretario regionale del Versi, si è detta «molto ottimista» dopo l’incontro odierno con il sindaco. Infine, il presidente commissione comunale Pari opportunità Michela Tassistro (Pd): «Si avvia un percorso che prevede diverse audizioni. Vogliamo lavorare insieme per proporre una mozione alla giunta e quindi al consiglio comunale in quanto esistono 21 tipi di famiglie, tra famiglia standard, conviventi e divorziati, sposati con extracomunitari, con figli o senza, etero o omosessuali».

Marta Vincenzi: «Offro la mia disponibilità politica, sostengo l’iniziativa e mi auguro che possa essere presto discussa e approvata in consiglio comunale. Spero anzi si possa portare in discussione in consiglio comunale il tema delle famiglie. È un tema importante, già sollevato dal forum delle famiglie, che chiedono una Consulta: ho risposto sì purchè si faccia una consulta non solo con famiglie cattoliche».

«L’approccio del Comune - continua il sindaco - deve essere quello dei servizi allargati all’intera popolazione.Per eliminare le sofferenze di persone legate da un rapporto affettivo che oggi per la normativa vigente non possono andare per esempio in un ospedale a trovare il loro compagno. Più che altro, però, il nostro sarà solo un segnale». Tuttavia, Vincenzi ha precisato che «questo dibattito non ha niente a che fare con posizioni ideologiche; vuole solo orientare i servizi tenendo conto delle diversità che ci sono nella nostra società e laicamente affrontandole».

Raffaella Della Bianca, capogruppo di Forza Italia: «Esprimiamo stupore e preoccupazione sull’avvio di un percorso di riconoscimento delle unioni di fatto. Attendevamo iniziative a sostegno dei bisogni delle famiglie e ci troviamo davanti a iniziative che vanno in senso contrario». FI annuncia «battaglia per affermare dentro e fuori le istituzioni il valore della famiglia».

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