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lunedì 16 giugno 2008

Signorine pornocam.

Studentesse di giorno. Di notte attrici hard a pagamento sul Web. Assieme ai fidanzati. Un libro esplora il boom del personal eros. Che sta rivoluzionando il mercato a luci rosse.
(Sabina Minardi - L'Espresso) Ogni pomeriggio, Luana accende il computer, si collega a Internet e attraverso una videochat conosce nuove persone. Clienti. Davanti ai quali si spoglia e fa giochi erotici. "Strip-tease, senza mai inquadrare il viso", spiega. Ovviamente, a pagamento: guadagna un migliaio di euro al mese, soldi che giustifica con una finta attività da baby-sitter. "Ma potrei diventare molto più ricca se decidessi di farlo a tempo pieno: conosco ragazze che andando in cam più frequentemente di me portano a casa uno stipendio di 5 mila euro". Professione camgirl. Tecnicamente, né una prostituta, né una pornostar. Praticamente, l'ultima espressione del web-fai-da-te. E la frontiera più nuova ed aggiornata del mercato dell'eros.

'Personal Porno', ha appena battezzato il fenomeno il giornalista Federico Ferrazza, collaboratore de 'L'espresso', in un libro in arrivo il 20 giugno (Fazi Editore). Un volume dalla doppia chiave di lettura: da una parte rigorosa analisi di un mercato in crescita, anche se dai contorni ancora sommersi e frammentati. Dall'altra, lucida istantanea su 'come diventare pornostar in Rete e manager di se stessi (senza farsi fottere)'.

"L'idea di lavorare a un'inchiesta sulla pornografia on line mi è nata da una notizia sorprendente", spiega l'autore: "Un comunicato che segnalava, dopo anni di inarrestabile crescita, un improvviso calo nella vendita e nel noleggio di dvd per adulti. Un giro d'affari che negli Stati Uniti si era ridotto da 4,28 miliardi di dollari a 3,62. Colpa di Internet, certo. E dei download pornografici, sempre più facili e alla portata di tutti. Ma non solo". Ha gironzolato per i network della rete, navigato tra i corrispettivi a luci rosse di YouTube (siti come YouPorn, PornTube o PornHub), incontrato molti interpreti di questo mondo, ambiguo, sommerso eppure così contiguo alla real life. Per dimostrare che se il mercato tradizionale dell'hard è ufficialmente, e per la prima volta, in crisi
"i principali colpevoli sono proprio i siti targati Web 2.0 che, ospitando migliaia di video porno gratis, gli fanno concorrenza", nota Ferrazza: "Con i propri filmati hard è possibile mettere in piedi non solo una tv ma anche piccole case di produzione, capaci di generare diverse migliaia di euro al mese".

In vendita ci sono sì, soprattutto, ragazze (la versione al maschile del personal porno esiste, ma è limitata: a gigolò che usano la Rete per adescare donne o a siti rivolti all'universo omosessuale). Ma non è previsto alcun contatto fisico: tutto passa dalla telecamerina, attraverso la quale il cliente assiste a spettacoli live. Interni casalinghi e movenze amatoriali. Divani stinti e lingerie da grandi magazzini. Termosifoni su cui strusciarsi e giocattoli erotici improvvisati. Solo gli utenti più avanzati, e le escort più competitive, sperimentano il sesso a distanza con l'aiuto degli ultimi sex toys: finti organi sessuali collegati al computer, in grado di amplificare l'effetto simulazione.

Chi sono le protagoniste di questo universo? Studentesse, casalinghe, giovani donne, che rivendicano di agire all'insaputa di tutti (i partner, però, generalmente sono al corrente: e la gelosia, in assenza di fisicità, sconosciuta ): secondo i dati riportati, e aggiornati a febbraio di quest'anno, sarebbero almeno 4.000 le ragazze italiane dalla doppia vita, registrate su siti specializzati. Ogni giorno se ne aggiungono di nuove.

Come Morgana, 25 anni, studentessa dell'università La Sapienza, prossima alla laurea in Scienze politiche e un titolo già in tasca in Scienze della comunicazione: la mattina a lezione, due o tre pomeriggi alla settimana in palestra, uscite con gli amici o per fare shopping. La sera nei panni di Persephone, rapita dall'Ade telematico: "Non c'è un orario fisso: mi mostro durante la notte, fino all'alba". Tra spettacoli in diretta o giochi di coppia (il fidanzato, mai inquadrato in viso, partecipa spesso; insieme realizzano filmati che vendono a 36 euro), mette su uno stipendio mensile che la rende indipendente. Le prime due settimane del mese sono le più proficue; seguono quindici giorni in cui le visite al sito sono inferiori: finché non ritorna il 27 e gli accessi, e i guadagni, riprendono a crescere.

"La mattina mi alzo e faccio le pulizie come tutte le casalinghe", racconta Ophelia, nom de plume di una quarantenne che vive in provincia di Verona: "Poco prima dell'ora di pranzo mi connetto e vado avanti fino alle 20. Poi preparo la cena". Un lavoro da otto ore al giorno, come fosse una normale impiegata. Solo che gli unici dipendenti sono i suoi clienti: in pausa pranzo, o di lavoro. "Gente che ha bisogno di svagarsi per un po'", minimizza lei: ogni minuto davanti alla webcam costa 3 euro. Per uno spogliarello, un pezzo di corpo in bella mostra davanti al pc, richieste ordinarie. A volte, scambi di ruolo: come per qualche signore che ama mostrarsi dalla scrivania, per il puro gusto di esibirsi in orario d'ufficio ("giacca, cravatta e pantaloni abbassati").

Perché fare sesso on line è ormai facilissimo: basta una connessione a Internet e una webcam di livello accettabile. Per le ragazze, il passo ulteriore è registrarsi, in genere gratis, su una delle tante piattaforme a disposizione. Come ragazzeinvendita.com, siti che fanno anche da intermediari nella riscossione del denaro: incassano dal cliente e girano, garantendo privacy, il compenso (mediamente, la metà). Videochattare è il servizio che rende di più. I guadagni però cambiano in base alla fantasia di ognuna. C'è chi vende il suo numero di cellulare. O video amatoriali girati insieme ad altri uomini. Ma c'è anche chi si spinge oltre. Come Maliziosa Chanel e il suo compagno Ale, raccontati nel libro: organizzano orge e gang-bang (rapporti sessuali in cui una donna sta con molti uomini). Filmano tutto. E spediscono, a pagamento, su Internet il risultato.

"Il personal porno ha dato a chiunque la possibilità di entrare nel business del cinema hard. Ma il mercato che ha generato è ancora troppo giovane e instabile per essere misurato", dice Ferrazza: "Non è mai stato fatto neppure uno studio completo. Le storie che ho raccontato servono a dimostrare che chiunque può esserne parte".

"Le persone non si accontentano più di film lontani dalla realtà. Non vogliono solo guardare ma partecipare, e Internet ha dato loro questa possibilità ", spiega il produttore hard Riccardo Schicchi: "Girare un video e metterlo in Rete è semplice, il nostro lavoro è solo quello di mettere in contatto le persone. Basti pensare che gran parte del business di Diva Futura deriva dalle chiacchierate telefoniche che le nostre star fanno sedute su un divano mentre l'interlocutore le guarda in tv. L'industria del porno, come l'abbiamo conosciuta finora, non esiste più".

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