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lunedì 23 giugno 2008

Logoramento a mezzo stampa per Veltroni. Anche gli amici pensano al dopo Walter.

Manifestazione del Pd

(Panorama) Nei giorni precedenti la convocazione dell’assemblea del Pd erano state le correnti ad agitare le notti di Walter Veltroni. Poi arrivando alla Fiera di Roma il blogger Mario Adinolfi ne aveva chiesto, anche se per la verità lo faceva da settimane, ufficialmente la testa. Eppure nella semideserta riunione democratica il segretario del Pd era riuscito ad ottenere una tregua balneare. Tregua che però è durata poco: visto che Arturo Parisi ha infiammato una domenica, già calda per le temperature africane e per l’attesa di Italia-Spagna, con un’intervista molto netta al Corriere della Sera nella quale ha detto a chiare lettere che Veltroni dovrebbe lasciare.

Il prodiano non è nuovo a sortite del genere: sono in molti a ricordare che nella Margherita il suo gioco era lo stesso. Eppure il leader dell’ex loft, ora traslocato al Nazareno, non l’ha presa per nulla bene: “Nessuna riposta” ha detto ieri “non mi sorprende l’intervista. Credo” ha aggiunto giustificando il proprio lavoro “che in cinque-sei mesi di lavoro, considerando la condizione molto difficile dalla quale ci siamo trovati a partire, abbiamo fatto moltissimo. Il gruppo dirigente del Pd dovrebbe rendersi conto che oggi c’è una grande forza, che non c’è mai stata e che è paragonabile, se non superiore, ad altre forze europee”.

Veltroni, infine, ha sottolineato che nei prossimi mesi “creeremo le condizioni perché quando si tornerà a votare, e non so quando, visto il modo in cui il governo si comporta, credo che potremo avere i risultati che ci aspettiamo”. Parole di circostanza. A cui è seguita la bordata fatta recapitare a Parisi questa mattina su Repubblica con l’intervista del vice segretario, Dario Franceschini: un colloquio con il giornale più amico del Pd, nel quale il titolo è ottima sintesi del pensiero dei veltroniani “Basta con la corsa al logoramento. Walter anche al prossimo giro”. Ecco, quando si dice più realisti del re.
Perché che Veltroni possa non farcela ci stanno pensando anche nel circolo di quelli che stanno più vicini allo stesso ex sindaco di Roma. Gente come Goffredo Bettini: che, pure lui risponde oggi sul Corriere a Parisi, ma pare anche stia organizzando i quarantenni del Pd, “Nel caso che Walter lasci”. Ovviamente si tratta di persone di provata fede politica. Insomma un drappello di quarantenni veltroniani come il ligure Andrea Orlando, il friulano Alessandro Maran, il giovanissimo lombardo Maurizio Martina, il veneto Andrea Martella, il romano Nicola Zingaretti pronti a succedergli. E proprio quest’ultimo pare sia, complice l’amicizia con Bettini, tra i favoriti.

Oltre ai veltroniani di sono pure i “coraggiosi rutelliani” che l’11 e 12 luglio a Montecatini ribadiranno le ragioni dell’ex vicempremier che all’assemblea di Roma aveva sottolineato l’importante di “un ragionamento che vada oltre le caselle del XX secolo”.

E infine ad agitare i sonni, già non tanto tranquilli, di Veltroni c’è pure la neonata Red (è stata registrata dal notaio giovedì scorso): sono 120 parlamentari legati a Massimo D’Alema e alla sua fondazione Italianieuropei, che inizieranno a riunirsi da domani a Roma al cinema Farnese. L’acronimo è tutto un programma: Riformisti E Democratici, cioè soprattutto “Red”. Che in inglese sta per rosso, rossi.

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