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sabato 28 giugno 2008

I gaypride e le piazze negate. Dopo Roma, Biella e Bologna tocca a Catania.

(Elfobruno) Il biglietto da visita del nuovo governo e delle amministrazioni comunali che si riconoscono in esso è scritto coi caratteri della discriminazione e della carenza di democrazia.
Non bastano le impronte ai rom. Si negano le piazze alle manifestazioni democratiche, civili e pacifiche come i Pride. E' già successo a Biella e a Roma. Il sindaco Stancanelli, neoeletto nel Pdl, vuole estendere questa pratica pure a Catania.

Tipi strani i maggiordomi del cavaliere. Chiamano il loro partito con un nome che inneggia alla libertà, ma poi nei fatti la vietano. Non mi pare strano, poi, che tale partito sia stato votato dalla maggioranza degli italiani, un popolo razzista, omofobo, misogino e mafioso. Un popolo di merda, per dirla in quattro parole.

Faccio notare due cose.

1. La piazza era già stata concessa dalla questura e non sono state presentate da parte dell'amministrazione comunale validi motivazioni per impedire il corteo e lo stanziamento. Il Catania Pride, che si celebra in città dal 2000, è una manifestazione civile e pacifica, per cui non ci sono ragioni di ordine pubblico. Aspettiamo di vedere cosa si inventeranno;

2. Vogliono farci andare a piazza Dante - noi avevamo richiesto piazza dell'Università - che si trova in cima a una salita angusta e dove risiedono alcune associazioni di ultrà di estrema destra. Come mandare le pecore nella tana del lupo.

Adesso capiamo pure che la cultura politica del sindaco si rifà a quella del manganello. Però, come abbiamo già dichiarato nel comunicato stampa, noi non ci faremo intimidire e andremo ugualmente in piazza dell'Università. In modo allegro, pacifico e civile.

Poi ognuno si prenderà le proprie responsabilità.

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