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venerdì 16 maggio 2008

La sentenza su matrimoni gay in California irrompe in campagna elettorale.

(Giampiero de Andreis - Il Velino) Potrebbe avere un’influenza pericolosa per i tre candidati alla Casa Bianca la sentenza emessa giovedì sera dalla Corte suprema della California che ha abrogato il divieto di matrimonio omosessuale. Un tema “sensibile” come quello delle unioni tra individui dello stesso sesso rischia infatti di condizionare pesantemente i candidati, che ricevendo pressioni in un senso o nell’altro rischiano di alienarsi parte del proprio elettorato. Non è un caso che durante la serata di giovedì, Barack Obama, Hillary Rodham Clinton e John McCain abbiano tutti espresso il parere che tali decisioni debbano essere appannaggio dei singoli stati.


Alcuni osservatori ritengono che se il tema diventerà oggetto di campagna elettorale, a guadagnarci sarà il candidato repubblicano, che potrebbe ottenere il voto della base più conservatrice del partito, piuttosto riluttante a concedergli il proprio sostegno. Altri analisti, tuttavia, ritengono che posizioni poco aperte alle ragioni dei gay potrebbero alienare al senatore dell’Arizona l’elettorato moderato più giovane, che secondo i sondaggi è più attento alle ragioni degli omosessuali. La questione è assai insidiosa anche per i due candidati democratici ancora in lizza, il cui elettorato è sostanzialmente diviso tra fautori delle libertà civili e moderati meno entusiasti di concedere lo status matrimoniale alle coppie gay.

Obama e la Clinton, finora piuttosto evasivi sul tema, potrebbero subire la campagna delle organizzazioni per i diritti civili, che invocano posizioni più decise in favore della decisione della Corte suprema californiana da parte del partito dell’Asinello. In particolare è la Clinton, che ha un elettorato più centrista, a dover soppesare col bilancino ogni dichiarazione sul tema. Come si ricorderà, in concomitanza delle elezioni presidenziali del 2004 i repubblicani riuscirono a organizzare in numerosi “swing states” come Ohio, Florida e altri, referendum statali su temi etici come matrimoni gay e utilizzo di cellule staminali nella ricerca scientifica. In quegli stati, secondo numerosi analisti, la massiccia partecipazione degli elettori repubblicani al voto, costituì la spina dorsale della schiacciante vittoria di George W. Bush contro John Kerry.

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