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domenica 11 maggio 2008

Gaypride a Treviso. La giunta dice no al sit-in davanti a Ca’ Sugana e sì ai bastioni. Polemiche.

(La Tribuna di Treviso) Piazza negata al gay pride trevigiano. Il Comune ha infatti concesso solo Piazza Vittoria o, in alternativa, i Bastioni San Marco al «tavolo 17 maggio», che stava organizzando la seconda edizione del kissing day, prevista per sabato prossimo, dopo l’happening dell’estate scorsa davanti a Ca’ Sugana. Ieri mattina in piazza Borsa Ubik Lab, forum dei giovani di Sinistra e il circolo gay-lesbo Queerquilia hanno attaccato l’amministrazione comunale, proprio mentre dalla parte opposta della strada, in largo Totila, Forza Nuova organizzava il proprio banchetto esponendo lo striscione «La vera rivoluzione sessuale è la famiglia tradizionale». Il tutto, naturalmente, sotto gli occhi di Digos e carabinieri, che hanno presidiato corso del Popolo per evitare che qualche cane sciolto o addirittura il branco si lasciasse andare a provocazioni. «A noi negano strade e banchetti, gli altri invece si possono permettere di contestare la nostra manifestazione ancor prima del suo svolgimento - attacca Marco Scolese della Sinistra l’Arcobaleno - Ca’ Sugana continua a dimostrare che per chi la pensa in modo diverso non c’è spazio. Poi ci hanno negato le strade principali per la manifestazione contro l’omofobia, hanno proposto solo piazza della Vittoria o i Bastioni, troppo isolate per le nostre esigenze».

Forza Nuova e la Sinistra si sono soltanto «sfiorate», i due banchetti sono stati montati in momenti diversi della giornata, ma la tensione è rimasta alta. «Non ci dimentichiamo che anche a Treviso i pestaggi non mancano - riprende Scolese - e che solo pochi giorni fa Nicola Tommasoli è morto dopo un raid neofascista. Anche per questo abbiamo deciso di far slittare la manifestazione di una settimana». Il kissing day troverà spazio in città il 24 maggio, sette giorni in ritardo rispetto al previsto: sabato prossimo anche i trevigiani saranno a Verona per il corteo organizzato in memoria di Tommasoli contro qualsiasi tipo di violenza. «Siamo città gemelle da questo punto di vista, la tensione a Treviso è innegabile. Noi saremo a Verona, poi loro verranno a manifestare per i diritti degli omosessuali. Ma il Comune ci vuole impotenti, senza spazi non possiamo organizzarci».

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