Il tempo passa e i costumi cambiano. Finalmente. E in Usa soprattutto, dove prende il volo un’iniziativa…colorata.
(Stefano Morel - Giornalettismo) Cosa c’entrano gli Stati Uniti di fine 800 con quelli di fine 900? Cambia tutto, è ovvio, a partire dal numero di stellette sulla bandiera, ma resta tra le altre cose il razzismo. Quello “buono”, s’intende, che nelle intenzioni aiuta ad integrare. Quello che a fine XIV secolo fa una squallida parodia degli afroamericani con i Blackface Minstrel, e quello che cento anni più tardi fa lo stesso con gli omosessuali con la serie TV Tre cuori in affitto, entrambe di grande successo. Ma facciamo un salto avanti, anzi un volo. Uno di linea, per la precisione, quello che battente bandiera dell’Air New Zealand per la prima volta quest’anno ha proposto un viaggio del tutto particolare per coloro che dagli Stati Uniti desiderino partecipare al Mardi Gras di Sidney senza annoiarsi troppo nelle molte ore di volo: il Pink Flight. Il martedì grasso di Sidney è l’evento carnevalesco che da trent’anni richiama gay e lesbiche da tutto il mondo, all’insegna del motto “Our freedom, you freedom”.
L’AEREO ROSA - Così la compagnia neozelandese ha pensato bene di introdurre i partecipanti americani e canadesi nell’atmosfera già dal viaggio, che come dice il nome si svolge a bordo di un Boeing 777 in cui il colore predominante è il rosa. Il costo è nella media, tra i $1,100 e i $1,800, a seconda della città di partenza. Nessuna convenienza economica, dunque. L’attrattiva del volo sta tutta nell’entertainment, che per pigrizia di traduzione e dovuta citazione, ricopio da Dispenser, la trasmissione radiofonica di Rai2 dove ho sentito la notizia. Preparatevi all’imbarco, dunque, il check-in questa volta non lo sbaglierete di sicuro, è quello con i boa di struzzo come separatori e l’indicazione “Divas queue here”. Una volta a bordo quattro drag-queen Buckwheat, Miss Ribena, Tess Tickle e Venus Mantrapp sostituiscono le tradizionali hostess, chi c’è stato racconta al Bay Area Reporter che la cosa più divertente era stare a guardare una coppia di eterosessuali che hanno scelto quel volo per sbaglio. Non manca la celebrità, nello staff, si tratta di Kathy Griffin che dopo il decollo si toglie la maglia per restare in reggiseno durante il volo. Se vi state chiedendo chi sia Kathy Griffin, è la vincitrice di un Emmy Award, cabarettista, produttrice, attrice ed icona gay. Ma non solo, perché da meno di un mese è stata ordinata Ministro di culto dalla Universal Life Church ed ha già celebrato il primo matrimonio. Tornando in quota, prosegue il party “historical and hysterical”, tra vendita di gadget rigorosamente rosa, performances live delle drag queen, giochi a tema.
La nostra libertà è la tua libertà.
CONCLUDENDO - E intanto diecimila metri più in basso, sono finiti i tempi in cui un afroamericano veniva invitato ad arruolarsi nella guerra di secessione, con la promessa che solo così – che vivesse o morisse – avrebbe guadagnato la libertà. Ed è comune, con un’autoironia irriverente, l’espressione “nigga” tra gli afroamericani, sempre che non sia un bianco a pronunciarla. Come sono finiti, anche, i tempi in cui gli omosessuali venivano perseguitati, o, in seguito, ne fosse sottolineata la presenza con occhi sgranati, colpetti di gomito e squallide interpretazioni. Ora sono loro stessi a darsi divertiti della “frocia”, o ridere fino alle lacrime di fronte ad improbabili Moire Orfei, così in terra come in cielo.
Quasi che libertà, oggi, stesse nello sdrammatizzare, magari con una risata, quando a farla non sono gli altri. Il problema è che non sempre, sdrammatizzando, si riesce a prendersi e farsi prendere sul serio. Che a rimarcare la propria diversità, ostentandola, si è sicuri di non partecipare al maledetto giuoco dell’oca?
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