(Il Messaggero) Hanno deciso di riappropriarsi dell'aggettivo lesbica a loro avviso “rubato” dalle donne omosessuali. Due abitanti dell'isola di Lesbo, patria della poetessa Saffo, e un appartenente ad un gruppo nazionalista, Dimitris Lambru, hanno annunciato di aver avviato un'azione in tribunale per ottenere l'uso esclusivo dell'aggettivo lesbica. L'Unione greca degli omosessuali e delle lesbiche (Olke) è secondo i denuncianti colpevole di aver reso gli abitanti dell'isola vittime di uno «stupro psichico e morale» per la «confisca» da parte delle omosessuali di un aggettivo di origine geografica. Secondo Lambru, il processo dovrebbe svolgersi ad Atene in maggio. «La questione è assolutamente ridicola - ha commentato uno dei responsabili dell'Olke, Evangelia Vlami - se la giustizia ci convocherà diremo la nostra».
Collocata a nordest del mar Egeo, la patria di Saffo, nume tutelare dell'omosessualità femminile, viene spesso chiamata in Grecia con il nome di Mytilene. L'isola ospita la piccola stazione balneare di Eressos, località preferita dal turismo lesbico internazionale, che non ha comunque la stessa notorietà di Mykonos, destinazione per eccellenza delle vacanze degli omosessuali greci.
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