(Il Corriere Canadese) Gli studenti canadesi non si arrendono e continuano a fare pressione sulla Canadian Blood Services perché cambi le regole che attualmente impediscono agli uomini gay sessualmente attivi di donare sangue. E presto inizieranno la loro campagna contro il divieto.
«Ritengo che sia una forma di discriminazione istituzionalizzata», dice Amanda Aziz, portavoce della Canadian Federation of Students, che giudica questa linea di condotta datata, discriminatoria e da cambiare.
«Il mantenimento di questa prassi è basato su di un malinteso e sta promuovendo stereotipi», ha dichiarato Andrew Brett, cordinatore degli studenti della UofT del campus di Mississauga, che racconta come la battaglia contro la discriminazione operata dall’agenzia sia iniziata nel 2006 e da allora abbia trovato appoggio nelle università di tutto il Paese.
Per parte sua, la Canadian Blood Services ammette che altri Paesi hanno linee di condotta più flessibili. In Australia, ad esempio, il divieto riguarda solo chi ha avuto rapporti nell’ultimo anno, mentre in Italia il discrime è il comportamento dei donatori. L’agenzia canadese ha deciso che il sistema più sicuro era impedire a vita a uomini che avevano avuto rapporti con altri uomini di donare il sangue dopo una valutazione di rischio fatta dal McLaughlin Centre for Population dell’Università di Ottawa ha infatti concluso che l’opzione “di un anno” era troppo rischiosa.
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