(Il Mattino) Nessuna attestazione da rifare per i certificati anagrafici delle coppie di fatto. Non saranno richiamate all’anagrafe le 22 coppie che dal febbraio scorso hanno sottoscritto i moduli per la richiesta del certificato: la sentenza del Tar non ha annullato i moduli ma li ha soltanto aggiornati. E la conclusione cui sono giunti i funzionari dell’avvocatura civica dopo l’esame approfondito della sentenza del Tar, che il 27 agosto scorso ha esaminato un ricorso presentato da due avvocati cittadini. In pratica quindi nessun annullamento, neppure dei certificati già consegnati. Non servirà quindi richiamare chi ha già sottoscritto l’attestazione.
Piuttosto sono pronti da ieri i nuovi moduli per richiedere la certificazione anagrafica delle coppie di fatto: sono stati aggiornati seguendo le prescrizioni del tribunale amministratico. E cioè richiamando in calce alle dichiarazioni una serie di articoli di legge che ricordano e rafforzano la differenza tra il certificato e il vero e proprio nucleo familiare.
Alla fine quindi, a parte qualche settimana di sospensione, per i cosiddetti «pacs alla padovana» nulla è cambiato. Neppure Tommaso Grandis e Giorgio Perissinotto, i primi sottoscrittori gay dell’attestazione anagrafica, dovranno ricelebrare il «matrimonio simbolico» che lo scorso 4 febbraio catalizzò l’attenzione dei media nazionali e proiettò Padova come la città precursore dei Dico, che da lì a poco sarebbero stati presentati dal governo. La sentenza del Tar quindi ha accolto solo in minima parte il ricorso dei due avvocati padovani.
«Guardando alle conseguenze pratiche si è fatto un gran polverone per nulla - sottolinea Alessandro Zan, consigliere di Sinistra laica, e “padre” della mozione che ha portato alla creazione dell’attestato - Visto e considerato che le coppie di fatto continueranno a ricevere l’attestato. Mi aspetto quindi che l’amministrazione non sia timida e rivendichi con orgoglio questo risultato».
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