REPUBBLICA VS ARCIGAY: NON E' FINITA.
La querelle tra La Repubblica e Arcigay non si è affatto conclusa e, se nelle stanze della direzione del giornale si pensa che con la pubblicazione delle due belle lettere di oggi di Luigi Valeri e di Franco Grillini sia stato dato sufficiente diritto di replica, ci si sbaglia di grosso. A queste due civili e persin troppo educate risposte, replica seccamente Francesco Merlo con un brevissimo commento che lascia senza fiato.
Nei prossimi giorni decideremo che fare, in un primo momento avevo lanciato l’idea di picchetti davanti alle sedi Rai, Mediaset e dei grandi giornali il giorno del funerale di Domenico. Ma ho passato due interi giorni a setacciare con cura servizi tv e rassegna stampa, in effetti da quando c’è stata la nostra reazione la musica è cambiata. I mass media, a parte la Repubblica e qualche giornale siciliano, hanno dato correttamente conto della vita di Domenico, certo non si sono sperticati in particolari, ma hanno cambiato tono E parlato della sua storia.
Allora, incassato questo risultato, bisogna concentrarsi su La Repubblica, perché la questione vera riguarda proprio l’idea che ha una certa sinistra italiana rispetto alla dignità e alla visibilità delle persone omosessuali e di conseguenza il loro diritto a veder riconosciuti i propri amori.
In queste ore sono giunte alla redazione del giornale centinaia di lettere di protesta, alcuni giornalisti ci hanno manifestato la loro solidarietà, vediamo come evolve la vicenda, ma stiamo pronti a dare vita ad una protesta clamorosa e forte.
Vorrei, infine dire ad alcuni blog pseudo gay che in queste ore hanno dato ragione a Francesco Merlo, tutti presi dal solito furore anti Arcigay, che stare con il proprio avversario per dispetto ad Arcigay, ricorda il classico collaborazionismo in cui sono incappate tante persone appartenenti a minoranze e popoli.
Aurelio Mancuso
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Caro Mancuso non scambiare chi dissente dalla linea (che parolona...) dell'Arcigay per dei collaborazionisti di Vichy, non scambiare chi non è d'accordo su quelli che sono evidenti strumentalizzazioni in repubblichini. Non fa onore ad un uomo democratico come te, semmai è un bagaglio ormai logoro dello stalinismo modello Cominform, scomparso ormai da decenni ma, probabilmente, ben stampato nel cervello di certi militanti di sinistra.
La maggioranza della nostra redazione è di sinistra con tutte le varie sfumature del caso (verdi, rifondaroli, dilibertiani, veltroniani, mussiani) e presi assieme rappresentano il "caos" della sinistra di oggi. Pertanto non crediamo di essere scivolati in una sorta di "reazione anti-Arcigay" diciamo solo che quanto stava e sta succedendo non ci piaceva e non ci piace.
Nessuno mette in discussione le sacrosante ragioni della visibilità omosessuali e dei diritti negati a noi popolo Lgbt, ci mancherebbe altro. Ciò che viene contestato è il metodo, l'intolleranza, l'aggressività a tutto campo utilizzata in questo frangente (il caso di Domenico Riso, per intenderci) per ripararsi da un "fuoco amico" (tra l'altro cercato) qual'è stato quello di Repubblica.
Sospettiamo, e con noi moltissimi altri, che la necessità di recuperare consensi da parte del mondo Glbt del nostro paese nei confronti della tua gestione (probabilmente ai minimi storici nella storia dell'Arcigay), ti abbiano indotto ad alzare tutte queste cortine fumogene (ed altre certamente ne verranno alzate) per nascondere o sviare l'attenzione dai continui flop che si sono registrati proprio sotto la tua presidenza (uno per tutti il gaypride nazionale meno affollato d'Europa... ed è un dato reale, basta essere intellettualmente onesti) e nascondere la spaccatura di una specie di movimento Glbt di cui l'associazione da te presieduta è in parte responsabile e lasciamo correre sulla linea politica, l'assenza di una strategia omogenea e coerente, diciamo "molto creativa" come le finanziarie di Tremonti. E fai i nomi di quei giornalisti che hanno testimoniato la loro solidarietà altrimenti non sei credibile ed uguale alla stampa che critichi e attacchi. Fatti e trasparenza, non parole.
Se tutto ciò che è stato messo in campo aveva come fine trarre visibilità sia personale che della associazione, dobbiamo dare atto che è stato un lavoro superbo, peccato che oggi nelle redazioni i giornalisti eviteranno di avere a che fare con i gay nel timore di cadere in polemiche velenosi rendendo la presenza dell'informazione Glbt ai minimi temini della cronaca più becera o alle polemiche che tormentano i Glbt italiani per vendere di più... Ma staremo a vedere...
Individuare un nemico per aggregare più consensi possibili è un metodo vecchio come l'uomo leggiti Omero, e la biografia di Hitler di Joachim Fest e vedrai come questo rozzo modo di fare dia sempre effetti immediati ma anche sempre e comunque rovinose cadute).
Caro Mancuso, non sei certo un intellettuale, sai anche tu di essere solo il presidente stipendiato di quella che può essere definita la "Confcommercio gay", una milionaria struttura che scambia la ghettizzazione per cultura, pertanto non metterti a fare della "mistica gay" anche quella è paccottiglia del passato. Arcigay non può imporre dogmi. Essa rappresenta unicamente i suoi iscritti e non il mondo Glbt italiano e non dobbiamo certamente essere noi a ricordarti che un buon 70/80% di tali iscritti si tessera solo per entrare nei locali ricreativi affiliati (caso unico nel suo genere...) , questa precisazione probabilmente ti fischia in modo ossessionante nelle orecchie perchè tu sai quanto sia vera.
In quanto ai nemici dell'Arcigay, una volta per tutte, il "sovrano disprezzo" nei suoi confronti da parte di una parte consistente degli omosessuali italiani è dovuto soprattutto (ma non solo, se ci pensi bene...) per l'utilizzo dell'artifizio dell'associazionismo per i cosidetti "club affiliati" (pur ritenendo legittima e necessaria la loro presenza ed il loro lavoro sul territorio) e non di chi, giorno per giorno, combatte mettendoci la propria faccia per i sacrosanti diritti Glbt, volontariamente e gratuitamente. E' vero, è una polemica vecchia, ma vecchia proprio perchè irrisolta. Saremo dei puri, degli idealisti, chissà a noi sembra solo di essere persone che vogliono solo trasparenza. Detto ciò non abbassate la guardia ma siate più sinceri, leali concreti e meno strumentali.
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