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mercoledì 16 luglio 2008

Nozze gay. Il Massachusetts apre alle coppie gay di altri stati.

Una legge del 1913 vieta matrimoni a non residenti.
(Apcom) Nel 2004 è diventato il primo Stato americano a legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso, grazie a una storica decisione della Corte Suprema. Ora, il Massachusetts, vuole di più: non solo permettere alle coppie gay e lesbiche che vivono sotto la sua giurisdizione di sposarsi, ma estendere la rivoluzionaria legge sul matrimonio anche a chi non è residente nello Stato ma vive dove le unioni sarebbero considerate illegali.

Un tentativo, quindi, di abrogare la legge del 1913 che lo proibisce. Il Senato si è riunito proprio oggi per votare la proposta di legge con l'appoggio dei leader democratici di Camera e Senato, e del governatore Deval Patrick, la cui figlia diciottenne ha da poco dichiarato pubblicamente di essere lesbica.

L'abrogazione della legge attirerebbe migliaia di coppie gay nel Massachusetts, con una ricaduta per l'economia dello Stato, che crescerebbe fino a 111 milioni di dollari. Lo Stato di New York, inoltre, conterebbe il più alto numero di coppie omosessuali, più di 21.000, con New Hampshire, New Jersey, Connecticut, Vermont e Maine, arrivando così a più di 30.000 coppie nei primi tre anni dall'abrogazione del divieto. Previsioni che intimoriscono i critici dei matrimonio gay. L'ex governatore del Massachusetts Mitt Romney, tempo fa, aveva cercato di evitare che il suo Stato diventasse la cosiddetta "Las Vegas dei matrimoni omosessuali" con un'ondata di coppie gay provenienti da ogni angolo d'America.

A rafforzare la possibilità di una concreta abrogazione potrebbe essere il via libera della California alle nozze gay. Marc Solomon di MassEquality, che si occupa della protezione dell'uguaglianza nei matrimoni in Massachusetts, ha commentato: "Diamo tutto il nostro supporto alla legislatura dello Stato per l'eliminazione di una legge discriminatoria come quella del 1913".

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