GAY PRIDE BOLOGNA, SI PARTE: 30 MILA DAI GIARDINI MARGHERITA.
Trenta i carri delle associazioni che sfileranno lungo i viali a partire dalle 15, poi la manifestazione finirà in piazza VIII agosto.
E il movimento «Noi siamo chiesa» accoglie gli omosessuali.
Monsignor Vecchi: «Non ha voce in capitolo»
(Olivio Romanini - Il Corriere della Sera, edizione di Bologna) «Sfileranno per la città 30 carri che rappresenteranno le associazioni gay e lesbiche di tutta Italia: ci aspettiamo circa 30 mila persone». Emiliano Zaino, presidente di Arcigay-Il Cassero, che lunedì sera ha riunito il consiglio direttivo del comitato Bologna Pride 2008, scommette sul successo della manifestazione che si svolgerà il prossimo 28 giugno a Bologna.
L'organizzazione dell'evento è ormai ad uno stadio avanzatissimo e restano da definire solo i dettagli. Il 26 giugno in piazza Maggiore, nell'ambito della rassegna estiva del Comune, verrà proiettato il film «Tutto su mia madre» di Almodovar. Il prossimo 20 giugno al Cassero in via Don Minzoni si farà una tavola rotonda su «Omosessualità nel cristianesimo » con Don Franco Barbero della comunità Cristiana di base di Pinerolo, Gianni Geraci del coordinamento omosessuali cristiani italiani e Letizia Tomassone, pastora della chiesa Valdese di Verona. L'evento è organizzato dal movimento «Noi siamo chiesa» che ieri ha detto sì al Gay Pride «perché le persone omosessuali, gay, lesbiche e transessuali meritano di essere accolte a pieno titolo nella Chiesa». Secca replica di Monsignor Ernesto Vecchi: «Non è un movimento riconosciuto dalla Chiesa e quindi non hanno voce in capitolo».
Il momento clou del Gay Pride sarà naturalmente il corteo del 28 giugno. Ci sarà un infopoint fin dalla mattinata in piazza Ravegnana, mentre la manifestazione vera e propria partirà dalle 14 con un corteo senza carri che partirà dalle Tue Torri e proseguirà fino ai giardini Margherita. Qui inizierà la seconda parte del corteo con la sfilata dei carri lungo i viali di circonvallazione. Intorno alle 17 il serpentone dovrebbe arrivare in piazza VIII agosto dove la manifestazione dovrebbe concludersi intorno alle 20. Poi festa dalle 22 al Parco Nord.
«Dal palco — spiega Zaino — parleranno solo i rappresentanti locali e nazionali del movimento gay, lesbico e transessuale».
Il Comune e la Regione forniranno alcuni servizi di supporto alla manifestazione, a partire dall'assistenza sanitaria necessaria vista la stagione calda e la concentrazione di gente. L'Arcigay ha lanciato un appello sul suo sito per trovare volontari che lavorino al Pride nazionale. L'obiettivo, attraverso party e banchetti, è quello di pubblicizzare il più possibile l'evento. «Contiamo molto sulla risposta della città — confessa Zaino — perché il nostro successo dipenderà proprio dalla nostra capacità di coinvolgere Bologna. Siamo sicuri che i nostri messaggi sono in sintonia con questa città che è sempre stata in prima linea per la civiltà e l'accoglienza».
Gli organizzatori hanno pensato ai minimi dettagli. Esiste una lista di hotel convenzionati per chi verrà da fuori (hotel i Portici, la catena Di Giansante e il consorzio Bologna Incoming). E soprattutto le associazioni hanno pensato ad un progetto rivolto alle persone con disabilità visive e motorie. Per i primi verranno rese disponibili informazioni dettagliate sul grado di accessibilità architettonica dei luoghi, mentre ai secondi si assicurerà la traduzione.
Nella mattinata del 28 giugno una delegazione dell'Arcigay sarà ricevuta dal sindaco Cofferati a Palazzo d'Accursio. «Siamo molto contenti per la disponibilità data dal primo cittadino — chiude il ragionamento Zaino — soprattutto se lo mettiamo in relazione a quello che è successo a Roma con Gianni Alemanno. Con questo gesto il sindaco Cofferati dà un importante riconoscimento politico alle nostre battaglie».
E d'altra parte anche nel documento politico della manifestazione si sottolinea il ruolo di avanguardia della città per la battaglia delle associazioni gay: «Bologna, per la sua storia civile e democratica e per la forte e radicata presenza di associazioni e movimenti che mai hanno smesso di lottare, sarà il contesto ideale per dire ai cittadini di questo paese che non è tempo di ripiegarsi su se stessi».
E in fondo è vero che a Bologna il movimento omosessuale ha vinto le sue prime battaglie nel Paese. Sono già passati 26 anni da quel 24 giugno del 1982 quando il sindaco Zangheri chiamò il circolo che rappresentava i diritti dei gay a ritirare le chiave del Cassero, la prima storica sede del movimento a Porta Saragozza. E da allora molti altri diritti sono stati conquistati.
-
Nessun commento:
Posta un commento