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domenica 2 marzo 2008

Benedino, Pd, si autocandida in parlamento quale rappresentante dell'Arcigay.

Si dimette da coordinatore tavolo lgbt. Va cambiato il rapporto.
(Apcom) "Lasciando stare le battute con l'analogia al caso Mastella, se mi venisse chiesto di scegliere fra l'appartenenza alla famiglia Arcigay e il mio ruolo del partito io sceglierei la famiglia". Nel corso degli stati Generali di Arcigay a Bologna, Andrea Benedino ha annunciato di voler lasciare il ruolo di portavoce del tavolo Lgbt del Pd. "Da oggi non mi considero più portavoce del tavolo lgbt del partito democratico anche se continuerò a portare nel Pd la mia voce di militante di Arcigay ma non sono disponibile a candidature di servizio", ha detto.

"Il rischio di azzeramento di rappresentanza di Arcigay nel prossimo parlamento è alto - ha affermato Benedino - per questa ragione occorre reagire. Un articolo, pubblicato qualche giorno fa su un quotidiano nazionale, è stato un attacco costruito ad arte contro la nostra associazione e il suo presidente Aurelio Mancuso. La risposta data il giorno dopo da Walter Veltroni non è che la conferma di quel che ho detto e non la smentita".
"Per la mia candidatura - ha concluso- è successo un fatto inedito rispetto al passato: 40 giovani dirigenti del Pd piemontesi provenienti dai Ds e dai Dl hanno firmato una lettera a mio sostegno. Il rapporto che ha Arcigay con i partiti deve cambiare perché cosi non può andare avanti".

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