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domenica 27 gennaio 2008

Tendenze. L’invasione degli uomini nudi.

Dal “lato B" di Moretti alle pose osé di Beckham. Trionfo ed esibizione della "versione integrale".

(Roselina Salemi - La Stampa) Può essere lo sbocco naturale della cura di sé, tutto quel tempo passato a scolpire bicipiti tricipiti addominali, può essere l’avanzata del potere femminile o della lobby gay: qualcuno, prima o poi, ce lo spiegherà. Ma l’uomo, che nel cinema o in pubblicità si mostrava con parsimonia (e l’eccezione confermava la regola) ha perso ogni ritrosia. E si spoglia. Sempre di più.

In Italia è stato Nanni Moretti a scatenare il dibattito («No, il dibattito no!», urlava molti anni fa in «Io sono un autarchico») esponendo il suo Lato B sul set di «Caos Calmo», il film di Antonello Grimaldi in concorso al festival di Berlino. Nelle sale arriverà l’8 febbraio, annunciato da un poderoso tam tam sulla scena di sesso con Isabella Ferrari che nel libro di Sandro Veronesi è lunga 17 pagine e al cinema 4 minuti. Ma insomma, denudato «come un’Aida Yespica qualsiasi», ironizza Dagospia, Nanni Moretti è in linea con una tendenza forte: il pubblico reclama la «versione integrale».

Preceduto da Michele Placido, che si è tolto tutto, tranne qualche chilo, per «La sconosciuta» di Tornatore (arrivato a un soffio dalla cinquina degli l’Oscar), Nanni Moretti non è solo. Come certifica «Showbiz Trends», che raccoglie tendenze nei media e nello spettacolo, il nudo maschile è in rialzo e ne vedremo tanto. Anzi, lo stiamo già vedendo. In «Lussuria», Tony Leung, icona del cinema orientale, si concede in dieci minuti di erotiche acrobazie che nel racconto della scrittrice Zhang Ailing non c’erano. Il regista Ang Lee ha «colmato i vuoti» e si è imposto al pudibondo Tony per ottenere i «quadri di carne» che aveva in mente.

Un po’ di imbarazzo anche per Viggo Mortensen. Abbandonata la corazza di Aragorn nel «Signore degli anelli», per Cronenberg («La promessa dell’assassino») combatte senza niente addosso, a parte i tatuaggi, in un bagno turco londinese dove due ceceni molto cattivi cercano di ucciderlo. Aveva sì, un asciugamano sui fianchi, che nel copione restava sui fianchi, ma era improponibile in una scena di lotta. Così, via lo straccetto, full monty.

Di fronte a Viggo, è quasi niente il nudo di Jeffrey Dean Morgan, quarantenne di Seattle, volto televisivo di «Csi», «Grey’s Anatomy» e «Supernatural». Ma basta e avanza per risvegliare i sensi di Hilary Swank. La storia è tristemente romantica, come vuole il bestseller di Cecelia Ahern: a una giovane vedova con molti sensi di colpa arrivano, una al mese, dieci lettere del marito morto di cancro. Una la porta a conoscere Billy. Guardarlo dopo la doccia fa rinascere il desiderio in lei. E forse, anche in molte altre.

Invece, si potrebbe liquidare facilmente il rotondo fondoschiena di Seth Rogen, autore-attore di film irriverenti e un po’ squinternati, se nella commedia giovane «Molto incinta», non fosse stato rimorchiato da Katherine Heigl, giornalista televisiva in carriera, ma sbadata a letto: una notte brava e un figlio in arrivo. Si potrebbe liquidare se non fosse l'indizio significativo di un nuovo approccio: di lei non si vede niente, non solo perché è stata allevata dai mormoni. Normalmente il copione avrebbe richiesto il contrario. Come è significativo il nudo sconsolato di Habib Boufares, il non-attore che interpreta Slimane nel celebrato «Cous cous»: depresso perché licenziato, fa cilecca, si alza, si riveste e se ne va. Habib ha sessant’anni e, pur ben conservato, non aspira a diventare un sex symbol.

«Abbiamo ottenuto la parità dei sessi sul sesso», annunciano esultanti le iscritte al sito Girlpower «perché noi siamo sempre in mostra e gli uomini sempre vestiti? Non può essere il contrario?». Eccole servite. Con un aiutino dal mondo gay. Perciò capita che uomini michelangioleschi come David Gandy, 28 anni, modello di Dolce&Gabbana, un inglese con la faccia da siciliano, abbiano lo strano destino di essere concupiti da uomini e donne. Digitando il suo nome su Google, si materializzano 622 mila citazioni, alcune irriferibili. Il calendario fotografato da Marano Vivanco che i D&G gli hanno dedicato (fuori commercio, solo per gli amici), inserito su «Chi» la scorsa settimana, è già cult. David Gandy in mutande e senza, David Gandy di profilo e di fronte con qualche effetto speciale per mitigare il realismo. E a proposito di mutande, aggiungiamoci David Beckham in slip per la nuova campagna di «Emporio Armani Underwear» (ndr. e con un pene di sette metri... sul cartellone pubblicitario di Milano).

Unico baluardo all’inarrestabile strip, il Moige, che l’anno scorso ha denunciato il reality «L’uomo perfetto» (su Sky Vivo), perché, nella fascia oraria protetta, baldi giovanotti, veri uomini-oggetto si offrivano tipo Angelica al mercato degli schiavi, e si lasciavano esaminare, come si dice, senza veli e neanche una foglia di fico. Giusto le mani, a coprire proprio lì. David Gandy.

Il modello inglese, volto e corpo di Dolce & Gabbana, mette tutte le donne d’accordo.

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