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sabato 26 gennaio 2008

Il giorno della memoria: perché non allargarlo?

(Agenzia radicale) Cos'è il genocidio? E' la eliminazione razziale, politica e culturale di un gruppo, tesa ad eliminarne la lingua, la religione, le tradizioni.Il Dizionario di Politica dell'Utet (1983) a pagina 465 offre una definizione più ampia e precisa, riportando l'articolo 2 della Convenzione delle Nazioni Unite, approvata il 9 dicembre 1948 dall'Assemblea generale.

I casi di genocidio sono:

  1. uccisione di membri del gruppo;
  2. attentato grave all'integrità fisica o mentale dei membri del gruppo;
  3. sottomissione intenzionale del gruppo a condizioni di esistenza dirette a provocare la sua distruzione fisica totale o parziale;
  4. misure tendenti a impedire le nascite nell'ambito del gruppo;
  5. trasferimento forzato di fanciulli di un gruppo in un altro gruppo.

Alla luce di tali indicazioni, si possono riscontrare tantissimi genocidi nelle due variabili di spazio e tempo.

I più vicini a noi si sono verificati nella vecchia Jugoslavia con le pulizie etniche.

Oltre ai lager hitleriani ci furono i gulag staliniani, dove milioni di deportati trovarono la morte. Spesso erano intere popolazioni non gradite ai capi di turno.

Si affollano tanti e tanti momenti della nostra storia e appaiono uomini e donne atterriti, ragazzi che piangono, implorano.

Culture calpestate senza alcun motivo o per biechi interessi.

Sono interi popoli, continenti che dovrebbero alzare la loro voce e farsi ricordare.

Allora in questa ottica il giorno della memoria dovrebbe essere dedicato ai genocidi di tutti i tempi.

Potrebbe essere, quel giorno, un momento di riflessione per tutto il nostro passato, troppo spesso macchiato di sangue innocente.

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