..."Non c'è nulla che faccia prevedere la fine dello spreco e dell' assassinio? No, finché le donne non rifiuteranno di cedere i propri figli per carne da cannone; no, finché gli uomini non cesseranno di fabbricare le armi per uccidere i propri figli; sul lontano orizzonte del dramma di Brecht c'è un raggio di luce: nella dialettica degli eventi verrà un tempo in cui le nazioni deporranno le armi. Ma Madre Coraggio ostacola l' avvento di quel tempo. Brecht vorrebbe che la vecchia venisse ingiuriata per la sua stupida ingordigia. Vorrebbe farci comprendere che lo sciupìo non è né nobile né tragico, ma semplicemente e orribilmente inutile.Questa è la tesi del dramma: Madre Coraggio non ha imparato nulla, affinché il pubblico impari qualcosa. Fine della lezione". (G. Steiner- Morte della tragedia-Garzanti).
(Maria Antonietta Amenduni - Agenzia radicale) Istintiva, viscerale, prepotente e prorompente. E' la forza interpretativa di Isa Danieli, protagonista di "Madre Coraggio", su testo di Bertolt Brecht. Regia di Cristina Pezzoli. Drammaturgia di Antonio Tarantino. Traduzione di Roberto Menin. La voglia di mettersi continuamente in discussione e di tentare nuove strade è il carattere distintivo di Isa Danieli, attrice profondamente radicata nella tradizione, ma, nello stesso tempo, musa ispiratrice della nuova drammaturgia napoletana. Sotto la guida di Cristina Pezzoli, che l' ha già diretta in passato, la Danieli si misura con uno dei capolavori brechtiani più rappresentati e discussi.
L'opera teatrale porta in scena le vicende verificatesi tra il 1624 e il 1636 nel corso della Guerra dei Trent'anni. La vivandiera Anna Fierling, nota ai soldati come "Madre Coraggio", accompagnata nei suoi "viaggi di lavoro" dai tre figli, si sposta per l'Europa seguendo l'estendersi dei conflitti, e tenta di approfittare del conflitto per incrementare i propri affari, convinta che la fine della guerra possa provocare un crollo del suo commercio. Madre Coraggio, trascina il suo carro di cianfrusaglie da un campo all' altro, alla ricerca di piccoli guadagni.
Arriva il giorno che non le resta più niente da vendere e nessuno ha soldi per comprare ma Anna continua il suo viaggio con l' ostinazione della povertà. La forza d' animo e il coraggio non l' abbandonano mai e trova così una ragione di vita, nonostante la perdita dei figli e lo sfacelo della guerra. Questo dramma ha rappresentato, fin dalle sue prime rappresentazioni, un campo d'indagine e di proiezioni spesso contrastanti sul valore simbolico della protagonista e del testo. Un'opera di grande attualità, in un momento come quello presente, in cui la maggior parte delle guerre si combattono per motivi economici.
Una ballata, una canzone, interrompono a volte l' azione o la spostano su un piano diverso per farci meglio riflettere. Lo spettatore è spinto a giudicare il mondo, le atmosfere, le distruzioni che sono conseguenze della guerra. Ma madre Coraggio, pur nella sua follia, nella sua incapacità di imparare dall' esperienza, attira, in parte, le simpatie del pubblico e del lettore. Per ovviare a ciò, l' autore fornisce numerose indicazioni per rendere possibile la recitazione straniata, lo straniamento dell' attrice che interpreta il personaggio di madre Coraggio.
Una nota di Brecht precisa che madre Coraggio " riconosce, non diversamente dagli amici e dagli ospiti suoi e da quasi ogni altro personaggio, il carattere puramente mercantile della guerra; ed è proprio questo ad attirarla. Crede nella guerra sino alla fine. Non le passa nemmeno per la testa che ci vuole un coltello molto lungo, al tavolo della guerra, per potersi tagliare la propria fetta di torta.
Chi contempla le catastrofi si aspetta sempre, a torto, che le vittime imparino qualcosa. Finchè è oggetto della politica, ciò che di essa avviene, la massa non può considerarlo un esperimento, ma solo un destino; la lezione della catastrofe non le insegnerà più di quanto la cavia impari di biologia."
La necessità della regista, era prioritariamente quella di fare in modo che il testo di Brecht potesse parlare con la stessa energia di allora agli spettatori di oggi. Per l'occasione, la Pezzoli ha chiesto un intervento di parziale riscrittura del testo a un autore di oggi, Antonio Tarantino: pur mantenendo inalterato lo sfondo storico in cui Brecht colloca la vicenda originaria, la Guerra dei Trent'Anni. Tarantino reinventa e attualizza il linguaggio del testo, diversificandolo in una serie di accenti dialettali italiani, come se ci si trovasse in una grande babele, per far riflettere sulle spaccature sociali e culturali dell'Italia attuale.
Ma di tagli e cambiamenti questo lavoro ne propone tanti. A partire dal titolo, che non suona più «Madre coraggio e i suoi figli» bensì «Madre coraggio» e basta, come a voler dare maggiore risalto alla protagonista. Inoltre, le musiche sono in parte nuove (le firma Pasquale Scialò), anche queste adattate ai nostri tempi: presenta quindi una musica a volte rock, altre volte più dolce e melodica, spesso molto ritmata grazie anche all'uso dei più bizzarri strumenti a percussione. Per quanto riguarda invece la scenografia, lo spettacolo resta assai fedele agli allestimenti del Berliner Ensemble, documentati dalla grande quantità di fotografie (fino a 800) scattate da Brecht in occasione di ogni spettacolo. Troviamo quindi il classico carro di Madre Courage e addirittura la stessa disposizione dei personaggi in molte scene celebri dell'opera. Intensa e travolgente, Isa Danieli, regala un ritratto del personaggio degno della sua fama. In un cast nutritissimo, spiccano: Alarico Salaroli (il Cappellano) e Marco Zannoni (il Cuoco) e la straordinaria Xenia Bevitori che interpreta Kattrin (la figlia muta).
Roma, Teatro Quirino dal 26 Febbraio al 16 Marzo
Madre Coraggio
di Bertolt Brecht
musiche Paul Dessau
drammaturgia Antonio Tarantino - traduzione Roberto Menin
regia Cristina Pezzoli
con Isa Danieli, Alarico Salaroli, Marco Zannoni, Lello Serao, Arianna Scommegna, Gianluca Musiu, Xenia Bevitori, Jacopo Bicocchi, Matteo Cremon, Carlo Caracciolo, Tiziano Ferrari, Vesna Hrovatin, Paolo Li Volsi, Fabio Mascagni, Aurora Peres, Yang Shi, Luigi Tabita
scene Bruno Buonincontri
costumi Gianluca Falaschi
arrangiamenti musicali e suoni di Pasquale Scialò
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