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domenica 31 agosto 2008

Domenico e Pierrick morti su quell'aereo manipolati e strumentalizzati.

Vorrei tornare sulla polemica che è stata creata intorno all'incidente aereo di Madrid. Non posso dire di tornarci a testa fredda, perché io Pierrick (il ragazzo francese che viaggiava assieme a Domenico, l'unica vittima italiana della tragedia) lo conoscevo w lo shock è oggi lo stesso che ho provato il primo giorno quando ho appreso la notizia. Ma cercherò di restare calmo ed oggettivo, anche se è chiaro che io questa lettera non la scrivo per pura speculazione, la scrivo per Pierrick perché sento di avere nei suoi confronti una responsabilità morale. Purtroppo è l'unica cosa che ormai posso fare per lui.
Voglio ribadire con forza un principio: nessuno ha il diritto di esporre la vita privata altrui, e ancor meno le proprie personali interpretazioni della vita privata altrui. Un gruppo di persone tra cui, con mio sgomento, figurano persino alcuni parlamentari, si è invece permesso di fare esattamente ciò, non limitandosi a frugare nella vita privata di persone morte in circostanze drammatiche, ma sovrapponendo addirittura ai fatti la propria libera interpretazione. A me pare una violenza inaudita, una violenza dell'anima non dissimile né meno grave o dolorosa della violenza che si può fare ai corpi. Davvero in Italia un gruppo di persone può fare pubblicare impunemente una lettera aperta sui giornali nella quale espone e interpreta questioni della vita privata che nemmeno conosce? Io trasecolo.
Potrei entrare in una discussione sul merito delle cose che sono state dette a proposito di Pierrick e di Domenico (per il quale provo la stessa profonda pietà umana ma che non ho avuto la fortuna di conoscere) e contestare versioni, ipotesi e interpretazioni. Ma non lo faccio perché lo considero osceno. Vorrei soltanto fare notare una cosa che a me pare decisiva: in Francia due persone, anche dello stesso sesso, che vogliono essere una famiglia possono esserlo legalmente grazie all'istituto del pacs. Non c'è perciò alcun bisogno che persone come Grillini ci siano la loro interpretazione sui legami che secondo loro intercorrerebbero tra persone che neppure conoscono, tanto più quando queste persone sono appena decedute in circostanze drammatiche.
Io vivo a Parigi e da una settimana purtroppo non parlo d'altro, con amici e conoscenti. I più, quando cerco di spiegare la polemica che c'è stata in Italia, non capiscono. Nel senso che tutti in un primo tempo pensano che sia accaduto il contrario: i giornali hanno invaso oscenamente la vita privata di alcune persone e le associazioni di difesa dei diritti dei gay li hanno, giustappunto, difesi. Quando spiego che è successo il contrario, che sono quelle associazioni che hanno invaso la vita privata di quelle persone, manipolandola e strumentalizzandola, la gente non mi segue più. E' un elemento che mi ha fatto percepire ancora più acutamente la barbarie di questa vicenda. Ho cercato di sollevare queste questioni in due lettere che ho indirizzato al Presidente dell'Arcigay, ma la risposta è stata la ripetizione, come un disco rotto, delle argomentazioni risibili che sono state proposte sui giornali.

Giovanni Mastrogiacomo - Parigi (La Repubblica, 30 agosto 2008)

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