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giovedì 28 agosto 2008

Modena, quel coro gay non solo gay.

It's raining (gay) men, hallelujah!
Si inaugura a Modena una tradizione che da anni spopola a New York, San Francisco, Londra e nelle grandi capitali occidentali: un coro di uomini gay. 60 persone dai 19 ai 50 anni formano il Komos, che sarà specializzato in musica "colta": classica, lirica e - perché no? - anche sacra.

(Emilianet) Essere gay non per come vesti ma per cosa fai. Ad esempio cantare in un coro omosessuale, inteso come luogo per fare cultura e aggregazione, in alternativa a saune e discoteche. All'idea hanno aderito entusiasti una sessantina di uomini ma solo due lesbiche e qualche donna eterosessuale.
Abbandonato quindi il progetto di un coro misto (troppo sbilanciato per le voci), è nato a Modena 'Komos', il primo coro gay in Italia solo al maschile. A precederlo nell'estate del 2006 era stato il Rainbow di Roma che però ospita anche coriste.
Ma la loro assenza a Modena non è voluta. "Nelle mie intenzioni volevo fare un coro misto - spiega Paolo Montanari, mente del progetto e direttore - ma finora si sono presentate solo due lesbiche e quattro donne eterosessuali. Troppa disparità nelle voci, così ho rinunciato all'idea". Per il giovane direttore (ha 25 anni, è di Modena, suona l'oboe ed è musicologo) una spiegazione potrebbe essere nel fatto che le omosessuali "tendono a stare molto nascoste, forse fanno più fatica a venire allo scoperto o c'é un po' di diffidenza verso gli uomini".
Per ora quindi 60 uomini (qualche eterosessuale fra pianisti e collaboratori), per lo più musicisti o appassionati, dai 19 ai 50 anni, quasi tutti dall'Emilia-Romagna e qualcuno da Milano e Mantova. Mentre le audizioni continuano, si pensa già al primo concerto. Specialità del Komos (dal greco 'cortei festivi') sarà la musica colta. In primis quella classica (Mozart, Beethoven, Schubert), la lirica ("Se ci proponessero il 'Trovatore' Verdi lo faremmo subito") e perché no sacra.
Così da metà settembre via alle prove. L'Arcigay di Modena ha offerto la propria sede, e il sogno sarebbe di debuttare il primo dicembre, giornata contro l'Aids, a Modena o nell'Arcigay di Bologna. Piuttosto che in completo, probabilmente i coristi saranno in t-shirt (quella blu dello sponsor, il sito olandese Gay&Romeo). Ma tornando al repertorio, nessun timore di critiche dalle alte sfere clericali? "E perché mai? - ribatte Montanari - non vedo perché dovremmo precluderci la musica sacra dal repertorio. Se qualcuno se ne lamentasse, sarebbe solo pubblicità per noi!". Non a caso uno dei brani in cantiere è il 'Benedicamus domino' del compositore polacco contemporaneo Penderecki. Insomma incuranti delle critiche e bramosi di rimboccarsi le maniche, perché non esiste solo il Gay pride. "Quella è l'unica occasione di visibilità per i gay ma in fondo è una sfilata, non ha un contenuto artistico - sottolinea Montanari - Secondo me il 'fare' è il modo migliore per esprimere se stessi".

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