L'altra sponda della tragedia di Madrid.
Solo il Corriere della Sera ha "osato" dire che si trattava di Domenico, il suo compagno e loro figlio, un'altra famiglia distrutta dal rogo del volo Spanair.
(Marco Volante - Affari italiani) La parola gay significa letteralmente gaio, allegro, leggero, ancor prima di omosessuale, e poi ha anche preso il significato di goliardico, ironico e dissacratore. Le parole hanno un peso e questa differenza è importante e significativa perché indica che la gaiezza è comunque accompagnata da un dibattito quando diventa ironia, serve a indebolire un assioma quando diventa dissacrazione e addirittura si sviluppa in linguaggio "camp", cioè tutte quelle esagerazioni frocie che riproducono e amplificano ironicamente tutti gli stereotipi con cui gli etero bollano gli omosessuali.
Iinsomma la gaiezza si trasforma da fenomeno caratteriale a strumento di interazione, quello con cui i "gay" sono riconosciuti ovunque nel mondo. Quando però lo sconforto e la rabbia sopravanzano, e c'è qualcuno che smette gli abiti rassicuranti della checca svampita e si palesa con una virilissima incazzatura, allora i conti non tornano più e le cose cambiano molto. Nella tragedia di Madrid sono morte famiglie intere, coppie, persone che hanno lasciato a casa amori disperati e la stampa ha raccontato di ognuna di quelle penose realtà tutti i minimi particolari, persino lo sguardo che cercava la compagna mentre le fiamme avvolgevano l'aereo.
Tutti i particolari più intimi, per attirare lo sguardo un po' morbosamente curioso del lettore, finché non si arriva a Domenico Riso, l'unico italiano deceduto sul volo maledetto. Solo il Corriere della Sera ha "osato" dire che si trattava di Domenico, il suo compagno e loro figlio, un'altra famiglia distrutta dal rogo del volo Spanair, una famiglia costruita all'estero, lontano da quest'Italia rancida e bigotta. Su tutto il resto della stampa di lui solo una veloce caratteristica: steward, siciliano che vive a Parigi, andava in vacanza con un amico e il figlio di questo.
In un attimo, con una sola riga, si è voluto cancellare per sempre una famiglia, il suo ricordo e ancora una volta la sua dignità. Le proteste indignate non si sono fatte aspettare da parte dei militanti gay, ma ancora qualcuno con la coda di paglia, non faccio nomi ma si chiama Francesco Merlo, ha pensato di rincarare la dose spiegando chiaramente sulle pagine di Repubblica che le coppie gay non debbono avere alcun riconoscimento pubblico, ne' tantomeno spazio di cronaca, che le "pulsioni sessuali" dei morti nel rogo non debbono interessare i lettori e altre amenità simili, compresi insulti diretti contro Franco Grillini che aveva pacatamente fatto notare come il giornale che un tempo era il faro progressista si sia omologato al trend conservatore con incredibile facilità.
Forse sarebbe bene che il movimento Lgbt riflettesse un po' su questo ultimo fatto e ripensasse il suo rapporto con la stampa, spesso bi univocamente strumentale ma certamente bisognoso di un serio chiarimento. Forse è tempo di smettere la maschera rassicurante della gaia compagnia e assumere il comportamento adeguato a una vertenza che non sarà né breve né facile.
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Ndr. Marco Volante è l'unico a chiedersi cosa non funziona tra l'Arcigay, Grillini (in fondo il movimento Lgbt sono loro, il resto è solo un rimorchio o satelliti...) e la stampa. Tenuto conto che ambedue i soggetti sono sulla scena politica da un ventennio buono, non possiamo che considerare questo nulla di fatto con la stampa come un fallimento del loro operato. Ma il grottesco di questa storia è che la testata maggiormente colpita dagli strali di Grillini, Mancuso e compagnia cantante è un giornale da sempre amico e sensibile alle istanze dei gay. Perchè noi gay non siamo capaci di farci autocritica ed ammettere che i "colonnelli" del movimento gay di sinistra sono stati in definitiva un fallimento invece di seguirli in quello che sembra essere un baratro ideologico e politico? Sono i fatti a dirlo!
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1 commento:
Allora, a questo punto mi viene il sospsetto che siate stati proprio voi a strumentalizzare la vicenda e la morte di Riso per sottolieneare i difetti e le "colpe" di Arcigay e Grillini.
Ma dico io: un conto è chiedersi cosa c'è che non va tra Grillini, Arcigay e la stampa. Un conto è parlare di coming out post mortem.
Diciamo che Marco VOlante èl'unico che ha autorevolmente esternato questo dubbio. Perché il dubbio l'hanno avuto in tanti, me compreso. Quell'articolo evidente parla oltre la vicenda di riso, e oltre il negazionismo pericoloso di cui è intrisa. E' evidente che Merlo con quell'articoli ha voluto raggiungere secondi fini, che sono secondi solo per chi non li conosce.
Staremo a vedere i prossimi passi. C'è stata una dichiarazione di guerra. Vuole dire che sono tutti e due pronti. Speriamo di non essere noi quelli che ne dovranno scontare il prezzo...
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