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venerdì 29 agosto 2008

La Pro Patria apre gli abbonamenti "famiglia" alle coppie di fatto ma non a quelle gay.

Busto applaude alle novità biancoblù e rilancia: «Servono segnali anche su edilizia e altri settori»

(Laura Campiglio - La Provincia di Varese) Busto Arsizio. Avanti con i servizi per le coppie di fatto, e non solo allo stadio: l'idea della Pro Patria di creare un abbonamento famiglia aperto anche alle coppie non sposate, si tratti di conviventi o di eterni fidanzati, incontra a Busto simpatia. Anche in una città notoriamente attaccata ai valori tradizionali, la concezione di famiglia cambia.

Si cambia
«Delle mie amiche storiche del liceo - racconta Ylenia Gadda, trentenne in carriera - un paio sono single, una è sposata e le altre convivono, me compresa: il matrimonio è un passo di cui al momento non sento il bisogno, ma non per questo il mio impegno nella coppia è meno serio. La realtà cambia, e le convivenze aumentano: sarebbe ora che anche le istituzioni se ne rendessero conto». Della stessa idea Alessandro Almasio, sposato, un figlio di undici anni: «E brava Pro: anche tanti nostri amici convivono, e non per questo sono famiglie di serie B. Le famiglie di fatto meritano di essere considerate come le altre, non solo allo stadio ma anche per servizi più seri come l'edilizia convenzionata». Busto favorevole ai Pacs? «Non ho detto questo - spiega Almasio - capisco che l'istituzionalizzazione vera e propria delle coppie di fatto possa incontrare resistenze, ma credo che nessuno avrebbe da ridire se queste famiglie venissero considerate come le altre in diverse sedi, dagli ospedali agli uffici dell'Aler».

Via di mezzo
Presa d'atto senza formalizzazione: è questa la ?via di mezzo? che piace ai più. Anche un giovanissimo come Paolo De Servi approva: «Proprio i Pacs no, soprattutto perché l'idea dei matrimoni omosessuali mi dà fastidio. Ma che i conviventi vengano trattati come famiglie normali mi sembra giusto. Se uno sta male ed è all'ospedale, perché il convivente non può stare al suo fianco?». Non mancano i dubbiosi: «Ai miei tempi ci si sposava e bon - sorride Graziella Belloni, pensionata - secondo me, i giovani che convivono non vogliono prendersi fino in fondo le loro responsabilità. Ma tutte queste coppie ci sono, e sono sempre di più: bisognerà ben farci i conti». I bustocchi propendono per un'accettazione ?di fatto?. Quando però gli innamorati sono dello stesso sesso, l'opinione comune diventa meno progressista: «Ma anche i gay possono abbonarsi al pacchetto famiglia della Pro?» sgrana gli occhi il quarantenne Maurizio. Poi trae un sospiro di sollievo: «Le coppie di fatto sono ormai una realtà, ma per quelle omosessuali la società non è ancora pronta».

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