(Agi) Il leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia quella che definisce "una barbarie indegna di un paese civile, il dramma e la inaudita violenza subita in carcere da un giovane detenuto calabrese, 40 anni, omosessuale e sieropositivo, stuprato, picchiato e minacciato in prigione, messo quindi in isolamento in una cella con topi e scarafaggi".
"E' un episodio - aggiunge Corbelli - di una brutalita' e disumanita' inaudite. Un giovane calabrese di 40 anni da qualche giorno agli arresti domiciliari mi ha raccontato per telefono la sua allucinante e dolorosa odissea. Arrestato per tentato furto, nel giugno scorso, viene rinchiuso in un carcere calabrese. Dichiara subito alla direzione dell'istituto di pena la sua omosessualita' e sieropositivita'. In cella agli inizi di luglio subisce una violenza bestiale, viene ripetutamente violentato da alcuni detenuti, che quando poi scoprono che e' sieropositivo lo picchiano e minacciano anche di ucciderlo. Il giovane viene per questo messo in isolamento in una cella con topi e scarafaggi. Successivamente viene trasferito in un carcere di un'altra regione e per alcuni giorni incredibilmente e irresponsabilmente rinchiuso in un reparto riservato a detenuti condannati per reati sessuali. Intanto chi lo ha violentato in cella e anche gli altri detenuti, dell'intera struttura ospedaliera, che sono venuti a contatto con lui, vivono con l'incubo di aver contratto l'Aids. Da pochi giorni il giovane ha ottenuto gli arresti domiciliari. Mi ha telefonato per raccontarmi, piangendo, con rabbia e dignita', il suo dramma, la sua sofferenza, la sua disperazione. Sono profondamente indignato per quanto accaduto. Chiedo che venga fatta luce e giustizia su questo gravissimo episodio, accertate e perseguite le responsabilita' a tutti i livelli. Quel giovane merita rispetto, solidarieta' e giustizia. Naturalmente - conclude Corbelli - chiedo che in questo carcere venga fatto un attento esame per verificare se a seguito della violenza al giovane omosessuale sieropositivo si siano registrati casi di infezione da Hiv in altri detenuti che devono naturalmente essere seguiti con attenzione e curati adeguatamente per evitare il dilagare della malattia e per scongiurare che si diffonda in questa casa circondariale la psicosi Aids".
-
Nessun commento:
Posta un commento